sabato 27 dicembre 2014

imparare dai bambini è possibile


Dai bambini c’è sempre da imparare

by Citta invisibile
dee
di Rosetta Cavallo*
Mi ricordo perfettamente i tuoi occhi e la tua voce silenziosa. Il tuo sorriso appena accennato, e quell’aria timida e riservata. Mi guardavi attentamente. In silenzio. Ogni gesto, ogni respiro, ogni movimento. Ed io, tacitamente, provavo a scrutarti tentando di portare in superficie la profondità dei tuoi sguardi e dei tuoi pensieri. Certi silenzi comunicano più di tante parole.
Non eri un bambino comune. Introverso, timido e riservato. Non amavi parlare, non con tutti. Mi ricordo la gioia che traspariva dai tuoi occhi quando ti dicevo … ”Dai Niki, raccontami. Ti ascolto …”. Era ancora presto. Non ti sbilanciavi. Ed allora ti dicevo … "Se non hai voglia di parlarmi, disegnamelo quello che hai dentro. Se non hai voglia di disegnare, osservami, ed io cercherò di leggere attraverso la luce che traspare dai tuoi occhi". Fu così che un po’ per volta iniziasti a riempirmi la cattedra di disegni. Ce n’erano di diversi colori, di diversi pensieri. A volte le parole non servono. Bastano i colori, quelli intensi che tingono le emozioni.
Un giorno in cortile, durante la ricreazione, ti allontanasti per giocare con i tuoi amici.
Poco dopo, camminando adagio, tornasti da me a chiedermi un foglio e dei pastelli.
Me lo ricordo ancora, come se fosse ieri. Avevi captato la bellezza di quel cielo, la freschezza di quell’aria e la luce di quel sole. Una piacevole sintonia regnava tra di noi. Mi avevi aperto la porta delle tue paure, delle tue ansie e delle tue emozioni.
Non so spiegarti la mia gioia perché a distanza di tanti anni, caro Niki, ti confesso che io avevo molta più paura di te. Il mio primo incarico annuale da insegnante. Una terza elementare. Una classe difficile - mi dissero - dovrà stare molto attenta. Saper ascoltare ognuno di loro. Conquistarseli uno ad uno. Piano piano. Dovrà dare a ciascuno il tempo necessario e capire da sola fin dove può arrivare.
La paura di non farcela, di fallire, e portarmi a casa gli insuccessi. Non sapevo cosa fossi in grado di fare e di dare fino a quando non mi hai donato carica e fiducia necessarie che mi hanno spinto a credere in me stessa. Sai, anche i grandi hanno paura di sbagliare. E proprio come i bambini anche le maestre hanno i loro sogni e le loro speranze.
Io speravo tanto di poter rendere il tuo cielo sempre più sereno, le tue giornate colorate ed il tuo volto illuminato. Speravo di continuare a vederti correre nel prato della scuola con quell’incredibile e insolito entusiasmo che ti conduceva alla ricerca delle più belle margherite che volevi a tutti i costi regalarmi.
Sono trascorsi quindici anni. Ti ho visto crescere, correre e giocare. Allora, mi emozionavo per ogni tuo disegno. Oggi mi emoziono a vederti grande. Mi sento onorata per averti tenuto per mano, per averti accompagnato a cercare i colori, a scoprire la bellezza, il profumo dei fiori e la leggiadria delle farfalle in volo.
Ora non riesci più a correre perché costretto su una sedia a rotelle. Rimani immobile, eppure, la tua forza e serenità sono capaci di smuovere il mondo che ti ruota intorno. No, stavolta tu non corri. Sono io che corro da te. Sono io che raccolgo margherite per rallegrare i tuoi pensieri. Sono io che ti osservo incantata e che ancora una volta ti ringrazio. Ti ringrazio per le emozioni che mi hai regalato e che continui a donarmi. Ti ringrazio per il coraggio, la pazienza e la forza che trasmetti con quella instancabile voglia di continuare comunque a correre per ammirare il cielo e il volo delle farfalle.
Sono sempre i bambini che ci regalano gli insegnamenti più importanti e le emozioni più belle e profonde. Ed io, grazie a te, ho capito che le persone più forti sono quelle che hanno il coraggio di mostrare le loro paure e debolezze e che, a volte, proprio dalle debolezze si può sprigionare una gran forza.
Sei stato per me una grande lezione di vita, perché mi hai insegnato a guardare il mondo circostante attraverso i dettagli, quelli che contano e che servono per scoprirne l'essenza. Mi hai consentito di crescere e migliorarmi, di mostrare maggiore attenzione ai particolari, quelli che rendono straordinaria anche l'ordinaria quotidianità e mi hai accompagnato per le strade del mondo spingendomi ad osservarlo con occhi diversi e con lo sguardo giusto. Uno sguardo attento e colmo di speranza e di amore.
Questa è la più bella scuola. Questa è la più ampia felicità.

* maestra in una scuola pubblica di Faenza (Ravenna)

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