martedì 24 febbraio 2015

capo Verde i rischi per l'ambiente

Se non cambiamo prospettiva rischiamo di distruggere la bellezza di Capo Verde

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CAPO VERDE
Si è appena conclusa la prima stagione di collaborazione tra Biosfera 1 e Sea Shepherd, nell'arcipelago di Capo Verde. Le tartarughine nate dalle schiuse dell'isola di Santa Lucia hanno già preso il mare, e le Berta maggiore di Capo Verde, Calonectris Edwardsii, che nidificano sull'isolotto di Raso, si sono involate per la loro prima migrazione.
Un gruppo di biologi e volontari ha completato l'ottava stagione campeggiando sulle isole disabitate, per proteggere dai bracconieri le nidiate e realizzare osservazioni scientifiche su uccelli e rettili marini e terrestri. L'imbarcazione Jairo Mora Sandoval, della flotta di Sea Shepherd, e il suo equipaggio, da quest'anno si sono messi a disposizione di Biosfera 1 per fornire appoggio logistico alle operazioni di presidio. Ma le due organizzazioni hanno anche ideato e stanno lavorando alla realizzazione di altri progetti.
Sea Shepherd e il suo fondatore Capitano Paul Watson sono un'icona dell'attivismo per la difesa gli oceani: le sue campagne sono celeberrime. Biosfera 1 è impegnata dal 2006 nella protezione dell'ambiente e nella difesa degli animali. È una bella storia la loro, che con pochi mezzi hanno ottenuto importanti risultati. Per questo Sea Shepherd e Biosfera 1 hanno da subito instaurato una bella intesa.
Tartarughe marine e alcune specie di uccelli erano pressoché estinti qualche anno fa in seguito a caccia e razzia dei nidi. Uno dei successi di Biosfera è avere convinto a diventare protettori degli animali, alcuni degli stessi uomini che prima li cacciavano. Mi spiegava Tommy Melo, biologo e uno dei fondatori dell'Ong, che Biosfera 1 conta molto sull'educazione al rispetto dell'ambiente. Ha infatti realizzato articolate esposizioni che comprendono pannelli fotografici, acquari, rettilari ed anche conferenze con esperti biologi e conservazionisti da tutto il mondo. Il proposito è quello di esporre la straordinaria natura dell'arcipelago, così come mostrare i danni ambientali che il bracconaggio e l'inquinamento che la stanno affliggendo.
In questi giorni, conclusi i presidi di difesa degli animali, la Jairo Mora Sandoval è impiegata a trasportare su Santa Luzia un drappello di militari che hanno il compito di ripulire dai rifiuti alcune spiagge dell'isola. Il lavoro non basterà a riportare alla bellezza originaria le spiagge orientate a nord est, su cui la corrente e i venti prevalenti riversano montagne di rifiuti che vagano nell'oceano. L'intento è di asportare almeno le spazzature più grosse.
Ma l'obiettivo di Sea Shepherd e Biosfera 1 è di collaborare a un progetto importante che riguarda uno dei più devastanti problemi odierni: il sovra-sfruttamento ittico. Le due organizzazioni intendono formare una squadra di osservatori che saranno imbarcati a bordo dei pescherecci industriali europei che operano nelle acque di Capo Verde. Gli osservatori avranno il ruolo di raccogliere dati esatti sul pescato e di impedire la pesca accidentale delle specie protette.
"Capo Verde da dieci anni stipula con la Ue dei contratti per la concessione dei diritti di pesca", mi rivela Tommy Melo: "Tali contratti, che fissano una quota limite di 5.000 tonnellate/anno, prevedono una risibile sanzione di 56 €/tonnellata per l'eccedente. Se si considera che la concessione annuale vale, nel 2014, 600.000 €, l'ammenda per l'eccesso pare un incentivo all'overfishing".
La normativa è quindi inadeguata: "Nel 2012, stimando solo i proventi della vendita delle pinne di squalo sul mercato asiatico, i pescherecci europei hanno incassato oltre 200 milioni di euro. Senza contare i tonni e tutto il resto del pescato", continua Melo: "La popolazione degli squali è oramai drammaticamente ridotta, e ciò causa uno squilibrio ambientale enorme. Inoltre altre nazioni pescano in modo del tutto illegale, ma Capo Verde non ha le capacità di controllare gli 800.000 km2 delle sue acque".
Dobbiamo assolutamente ottenere dati più precisi, continua Melo: "Con i dati che raccoglieremo già nel primo anno, contiamo di sensibilizzare e fare pressione sull'Ue, affinché siano posti dei limiti più stretti e speriamo anche di ricevere risorse per effettuare i controlli necessari".
La sproporzione tra la straordinaria bellezza delle isole e lo scempio che si sta compiendo è inquietante. Dal primordiale isolotto di Raso, il cui aspetto vulcanico e deserto suggerisce il metafisico fascino di Marte, osservavo l'oceano. Mi venivano in mente le parole di Paul Watson che paragona efficacemente il Pianeta Terra a una navicella spaziale. Il suo equipaggio è composto di tutte le specie di cui si compone la vita, a formare la biosfera. A cominciare dagli esseri più semplici, che hanno un ruolo attivo nel funzionamento dell'insieme, fino ad arrivare all'uomo che, visto in questa immagine, ha semplicemente il ruolo del passeggero. Il concetto fondamentale dei conservazionisti è semplice. L'uomo ha bisogno della natura. Viceversa, la natura può fare a meno dell'uomo.
È necessario un cambiamento di prospettiva. Solo guardando attraverso una lente biocentrica anziché antropocentrica potremo immaginare un futuro diverso per la vita sul pianeta Terra. O, più appropriatamente, per quanto riguarda gli uomini, un futuro tout court.

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