venerdì 27 febbraio 2015

l'agenda ambientalista per cambiare l'Italia

Agenda ambientalista, entra nel vivo il confronto tra governo e 16 associazioni

«Uno stimolo per conciliare economia ed ecologia». Focus su Green Act e riforma delle Province
[23 febbraio 2015]
Associazioni agenda
L’Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese, presentata al sottosegretario  alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, da 16 associazioni ambientaliste ormai l’11 dicembre scorso, comincia a raccogliere i primi frutti. Come rendono noto oggi gli ambientalisti, la presidenza del Consiglio dei Ministri ha risposto lo scorso 9 febbraio della proposta con una documento articolato di 32 pagine (ancora non diffuso pubblicamente), riconoscendo «l’urgenza di considerare la dimensione ecologica nelle scelte di politica economica e l’azione di stimolo delle associazioni e la necessità di proseguire il confronto», anche in sede operativa con i ministeri competenti.
Il sottosegretario Delrio, nella lettera di risposta inviata alla Presidente del Wwf Donatella Bianchi, ha assicurato alle associazioni ambientaliste che in alcune settimane sarà possibile «un confronto nel merito». La Presidenza del Consiglio ha confermato al cartello ambientalista anche la disponibilità ad una interlocuzione qualificata sui temi ambientali ed ecologici  ricompresi nell’Accordo di partenariato sulla nuova fase di programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali europei.
È dunque utile ricordare qui come la proposta ambientalista si articoli in 55 proposte dettagliate, suddivise in 15 filoni tematici salienti per il rilancio del Paese: clima e energia; trasporti e infrastrutture; consumo del suolo; difesa del suolo; bonifiche; biodiversità ed aree protette; mare; montagna; beni culturali e paesaggistici; agricoltura; turismo e ambiente; Ministero dell’ambiente; diritti  e delitti ambientali; andare oltre il Pil; informazione e educazione ambientale. L’Agenda verrà presentata nei prossimi giorni dal cartello delle associazioni anche alle forze economiche e sociali.
Le 16 associazioni rispondono oggi a Delrio con una lettera comune, nella quale si legge: «Abbiamo apprezzato molto che, in coerenza con gli impegni assunti in occasione dell’incontro dello scorso 11 dicembre 2014 tra le nostre associazioni e Lei per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sia stato elaborato, con il contributo dei singoli Ministeri, un articolato documento, inviatoci il 9 febbraio scorso, che comincia a dare risposta alle proposte ricomprese nei filoni di intervento che abbiamo proposto nella nostra “Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese”».
Secondo gli ambientalisti, «si tratta di una prima e incompleta traccia, una sintesi relativa ad alcune risposte e linee di azione contenute Agenda, come Lei stesso dice nella lettera inviata alla presidente del Wwf Donatella Bianchi, che noi valuteremo, rilanciando le linee di lavoro per noi prioritarie nell’ambito del rapporto che si è aperto con la Presidenza del Consiglio. Per le nostre Associazioni è fondamentale, come chiarito nell’Agenda ambientalista, che ci sia un’assunzione di responsabilità collegiale del Governo, come vediamo che viene confermato nell’introduzione al documento sui “Lavori in corso del Governo”, da Lei inviatoci. Nel documento che abbiamo ricevuto, vediamo pienamente riconosciute queste nostre istanze dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, quando: a) si richiama l’urgenza di considerare la dimensione ecologica nelle scelte di politica economica; b) si ritiene utile l’azione di stimolo delle associazioni e necessario proseguire il confronto,anche in sede operativa con i Ministeri competenti; c) si conferma la disponibilità ad una interlocuzione qualificata sui temi ambientali ed ecologici ricompresi nell’Accordo di partenariato sulla nuova fase di programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali europei».
Per rilanciare il confronto iniziato l’11 dicembre 2014, le 16 associazioni si impegnano a sviluppare ulteriormente le proposte contenute nell’Agenda ambientalista per dare al Governo una risposta adeguata. Intanto ci tengono a far sapere a Delrio che «abbiamo apprezzato che nella sua lettera di risposta alla Presidente del WWF Bianchi del 9 febbraio scorso Lei dica che tra alcune settimane sarà possibile confrontarci nel merito del cosiddetto “Green Act”, annunciato dal premier Matteo Renzi lo scorso 3 gennaio e, che sappiamo, in via di elaborazione. Riteniamo il confronto su questo strumento fondamentale già nella prima fase della formazione di un eventuale provvedimento organico che vada ad incidere proprio sul deficit ecologico delle scelte economiche attuali. Come detto nella nostra Agenda, riteniamo che si debba uscire da una concezione dello sviluppo economico “Business As Usual” per proporre visioni e azioni innovative».
Il cartello ambientalista si augura fortemente che «il “Green Act” diventi un atto capace di invertire la tendenza rispetto alle politiche attuali, anche accogliendo alcune delle proposte concrete da noi declinate nell’Agenda», e coglie l’occasione per richiamare l’attenzione del governo e dei Ministri e segnalare alcuni gravi problemi in materia ambientale che stanno emergendo dalla legge sulla Riforma delle Province, su cui chiedono al  Sottosegretario Delrio «un canale privilegiato per porvi rimedio».  Per gli ambientalisti «la situazione di difficoltà si manifesta in molti campi, anche di primissimo piano, tra cui quello delle riserve naturali e di altre aree protette della cui competenza le province sono state private senza che un nuovo soggetto gestore sia ancora subentrato».
Per queste ragioni le 16 associazioni ritengono che sia opportuno che «il Governo valuti seriamente l’ipotesi di un provvedimento straordinario che definisca in fase transitoria le competenze provvisorie e assicuri la gestione in questa delicatissima fase di passaggio» e fanno notare che «Per garantire la continuità di alcune attività di rilievo ambientale gestite sinora dalla Province, tra cui appunto le aree protette, ci sarebbe bisogno anche di uno stanziamento straordinario per far fronte al taglio di risorse in atto».
Su questi due temi, come già garantito da Delrio riguardo al “Green Act”, il cartello ambientalista intende «confermare e proseguire il dialogo qualificato aperto l’11 dicembre» e attende da Delrio una risposta per un nuovo momento di confronto, «ripromettendoci comunque, dopo aver completato l’analisi del documento da lei inviato a nome del Governo il 9 febbraio scorso, di rilanciare le proposte contenute nella nostra Agenda che riteniamo fondamentali per la ri-conversione ecologica del Paese».
È dunque in corso un primo ma importante passo, che riporta attorno a uno stesso tavolo di discussione degli interlocutori – il governo da una parte, le più importanti associazioni ambientaliste italiane dall’altra – che da tempo si trovano sovente su fronti opposti.
I risultati di questo percorso potranno vedersi solamente una volta che si sarà compiuto, ma i primi segnali sono positivi; e in questa nuova partenza dell’Agenda ambientalista, con la promessa di «sviluppare ulteriormente le proposte» che già contiene, non possiamo che augurarci quell’apertura a temi rimasti fuori dalla prima versione dell’Agenda, come l’economia circolare o la fiscalità ambientale. Dopo tutto, come sottolineato in proposito dal presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, in un’intervista sulle nostre pagine, «invece di costruire steccati dovremmo fare tutti lo sforzo di capire che stiamo parlando di economia, punto».
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