sabato 28 febbraio 2015

quote latte...e ora che ne dici caro Salvini?

Quote latte: Salvini, sulla tua felpa una sola parola: "Scusateci!"

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È di queste ore la notizia che l'Italia è stata deferita dalla Commissione europea alla Corte di Giustizia per la mancata riscossione di questi anni delle multe per lo sforamento delle quote latte. Vecchia, pesante, vicenda irrisolta che torna alla ribalta proprio nelle ore della manifestazione leghista a Roma.
La sostanza è purtroppo ben chiara: rischiamo ancora una multa pesantissima (la cui entità sarà stabilità eventualmente dalla Corte) per non aver completato la riscossione delle multe di chi ha sforato negli anni le quote di produzione che aveva.
Continuiamo in sostanza a pagare le bugie della Lega. La forza politica che innegabilmente in questi anni ha promesso facili scorciatoie e speculato elettoralmente sul tema quando il problema andava affrontato con serieta' e senza fini elettorali.
I leghisti dovrebbero chiedere scusa innanzitutto alla stragrande maggioranza degli allevatori che in questi anni hanno rispettato le regole e fatto sacrifici enormi. Parlo di oltre 30mila piccoli allevatori che ovunque hanno scelto la legalità mentre un migliaio di loro colleghi purtroppo ha seguito la via della violazione delle regole.
E dovrebbero chiedere scusa anche a tutti i cittadini italiani che rischiano di dover pagare ancora per chi ha fatto il furbo. Il conto e' già stato salatissimo: 4,5 miliardi di euro già versati dall'Italia all'Europa. 75 Euro a persona, compresi i bambini.
Altro che difesa dei piccoli sui grandi come sostiene il leader leghista.
Per quello che ci riguarda in dieci mesi abbiamo fatto quello che non è mai stato fatto: chiarire una volta per tutte e senza giochetti chi deve recuperare queste risorse, farlo rispettando tempi precisi e aiutando i tantissimi allevatori nelle regole che meritano tutto il nostro sostegno.
Ora ci batteremo in Europa perché le responsabilità di chi ha speculato elettoralmente su questa vicenda non ricadano ancora su tutti gli italiani. Per questo, caro Salvini, oggi sulla tua felpa ci vorrebbe una sola parola: "Scusateci!".

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