martedì 31 marzo 2015

il disastro dell'olio extravergine di oliva

Olio Extravergine: il disastro totale della grande distribuzione

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IMG_0402Durante i giorni del Vinitaly leggevo alcuni articoli e comunicati stampa relativi alla tenuta dell’olio extravergine di oliva nella grande distribuzione e a un mercato, che secondo le parole scritte dall’Unaprol, comincia a essere segmentato e lascia spazio anche al bio e a prodotti di maggior qualità.
Intanto su 154 milioni di litri di olio extravergine venduti in GDO in un anno, solo 2 sono bio, quindi una percentuale ridicola, appena superiore all’1%.
Mi sono preso la briga di entrare in un supermercato, di cui non farò il nome, tanto la prova potete farla anche voi con quello che avete sotto casa. Ho fotografato lo scaffale e il risultato è desolante. Non più di 2 metri lineari di spazio e nella stragrande maggioranza dei casi siamo di fronte a prodotti industriali, realizzati da multinazionali straniere che nulla a che fare hanno con l’Italia. Dal punto di vista organolettico sono olii neutri, senza sapore e senza profumo. Se pensiamo al vino, lo stesso supermercato dedica oltre 12 metri di spazio, con bottiglie più che decorose che anche un appassionato potrebbe acquistare (ho visto ad esempio il Barbaresco dei Produttori, alcune etichette di Braida, di Ceretto, di Renato Ratti, solo per citare alcuni piemontesi).
olioE noi che viviamo nel paese dell’olio d’oliva abbiamo una situazione francamente penosa, che non lascia alcuna scelta al consumatore, che di fronte a scaffali come quelli fotografati da me ha una sola opzione: mettersi le mani nei capelli.
Penso che sulle pagine del nostro sito si debba iniziare a parlare di olio extravergine d’oliva con una certa continuità, non solo perché una buona percentuale di vignaioli sono anche olivicoltori, ma perché Slow Food Editore da più di 10 anni realizza una guida seria (leggi qui e qui) e molto precisa su quelle che sono le nostre eccellenze in questo campo (tra l’altro è stata presentata pochi giorni fa al Vinitaly …).
Un capitolo molto importante delle nostre riflessioni dovrà per forza coinvolgere anche la ristorazione, che ha delle responsabilità storiche in questo senso.
Siamo all’anno zero, la disastrosa raccolta del 2014 è uno dei punti più bassi del comparto, bisogna rialzare la testa perché nella nostra cultura l’olio extravergine ha un posto troppo importante per non dedicargli la stessa attenzione che abbiamo, ad esempio, per il vino.

P.S. In una delle due fotografie potete vedere come il prezzo più basso sia di 3,83 € al litro… Eccolo qui il disastro della grande distribuzione!

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