lunedì 23 marzo 2015

Tirreno Power:cgil-cisl-uil giocano a nascondino ma il vero problema è la fuoruscita dal carbone

Tirreno Power, premi di produzione per 20 dipendenti e un’assunzione: clima teso tra sindacati e azienda

Le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil hanno scritto una lettera ai vertici aziendali in vista dell'incontro già fissato per il 30 marzo
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Vado L. Aria di burrasca in Tirreno Power. Negli ultimi giorni infatti il clima tra il fronte aziendale e quello composto da dipendenti e sindacati si è fatto sempre più teso. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la notizia, filtrata qualche settimana fa, dell’erogazione di venti premi individuali (il cui valore totale si aggirerebbe intorno ai 90 mila euro) per altrettanti quadri e dirigenti dell’azienda.
Una scelta che, comprensibilmente, non è stata condivisa da tutti i lavoratori del gruppo, compresi quelli della centrale di Vado Ligure, che da un anno si dividono tra contratto di solidarietà, mobilità e cassa integrazione. Ma c’è di più visto che Tirreno Power ha anche assunto una persona da inserire come “altra professionalità economico-gestionale” negli uffici amministrativi (un profilo che, secondo le indiscrezioni trapelate dall’azienda, mancava all’appello).
Alla luce di queste decisioni da parte della dirigenza di Tirreno Power, le segreteria nazionali di Cgil, Cisl e Uil, a sette giorni dall’incontro già fissato per il prossimo 30 marzo con l’azienda, hanno scritto una lettera dai toni piuttosto decisi ai vertici aziendali.
I sindacati chiedono a Tirreno Power di confermare la “reciproca volontà e disponibilità ad effettuare un confronto sindacale ai massimi livelli, aziendali e sindacali, con l’intento di mettere la parola fine ad una vicenda che si protrae ormai da un anno”.
“E’ un’occasione – prosegue la lettera – per noi molto importante. Auspichiamo infatti ci siano ancora le condizioni per condividere una proposta industriale da sostenere presso la Presidenza del Consiglio, ciascuno nel pieno rispetto dei propri ruoli, ma nella volontà comune di sostenerla. Costruire una soluzione all’attuale situazione di stallo è il nostro compito. Un compito difficile, ma al quale non vogliamo e dobbiamo assolutamente rinunciare”.
Poi gli esponenti delle segreterie nazionali delle tre sigle sindacali partono all’attacco: “Dalla riunione ci attendiamo anche un altro chiarimento, che, in una fase tanto delicata, riteniamo di pari importanza. E’ il tema delle relazioni sindacali. Insieme, in quest’ultimo anno, abbiamo affrontato una fase a dir poco drammatica per quanto riguarda le ricadute occupazionali, trovando soluzioni sostenibili e scongiurando conseguenze molto più traumatiche. Questo ha comportato notevoli sforzi e sacrifici da ambo le parti, anche se occorre ricordare che quelli sostenuti dai lavoratori, hanno prodotto ripercussioni immediate nella vita di tutti i giorni. A ciò si è giunti non in modo semplice, ma attraverso la ferma determinazione di voler raggiungere un’intesa che rispondesse, per quanto possibile, alle reciproche esigenze”.
Ed ecco le critiche alla scelta di premiare venti dipendenti in un momento di crisi per l’azienda: “Questo percorso è servito anche a creare uno spirito di consapevolezza sempre più diffuso tra i lavoratori del Gruppo, in un Settore abituato a misurarsi su altri scenari. L’importante è che le azioni che si compiono in queste fasi siano coerenti. Al contrario gli ultimi accadimenti avvenuti, attraverso vostre disposizioni unilaterali, oltre ad aver creato uno stato di rabbia e amarezza fra i lavoratori senza precedenti, risultano agli occhi di queste Segreterie Nazionali, semplicemente inspiegabili. Elargire riconoscimenti economici ad alcuni lavoratori (pur meritevoli) in una situazione dove tutti hanno rinunciato a qualcosa per la sopravvivenza comune, va nella direzione opposta alla presa di coscienza sopra richiamata”.
“Ricordiamo che proprio su questo argomento, il Premio di risultato da erogare ai Lavoratori, l’Azienda ha sempre forzato la mano, nel tentativo di non elargirlo, giustificandolo con la crisi societaria in atto. Ma vi è di più: l’assunzione di un lavoratore (sempre bene accetta) nel bel mezzo di un contratto di solidarietà che ha coinvolto tutti i lavoratori del Gruppo come la possiamo spiegare? Il tutto in un periodo che ha fatto registrare un vostro comportamento assolutamente rigido, durante gli incontri di verifica previsti dall’accordo sui contratti di solidarietà, o rispetto a qualsiasi altra richiesta vi sia stata fatta dalle scriventi Organizzazioni Sindacali, siano esse nazionali che Aziendali. Anche le modifiche unilaterali effettuate dentro la Centrale di Civitavecchia, evidenziano un atteggiamento che non intendiamo più sopportare perché tradisce l’enorme fiducia che i Lavoratori vi hanno dato nel corso di quest’ultimo anno. Così non va! Non siamo disponibili a condividere solo i sacrifici. Il 30 marzo vogliamo capire se ripartire in maniera partecipata oppure, nostro malgrado, utilizzare altre leve e atteggiamenti per la rimozione di alcuni vostri comportamenti che non intendiamo seguire in alcun modo” concludono dalle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil.

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