giovedì 26 marzo 2015

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Tirreno Power, stato di agitazione e blocco degli straordinari: “Subito un tavolo di confronto”

Vado L. Stato di agitazione immediato, con il blocco delle prestazioni straordinarie, “ritenendo imprescindibile ed indispensabile l’apertura di un tavolo  di confronto che possa ripristinare corrette relazioni sindacali e fare chiarezza una volta per tutte sulle reali intenzioni della società Tirreno Power nell’ambito di un piano industriale”. Così le organizzazioni sindacali di categoria che hanno inviato una lettera al Prefetto e all’azienda nell’ambito della procedura di raffreddamento e conciliazione.
“La situazione resta grave e la preoccupazione aumenta – scrivono i sindacati, dopo aver ricevuto mandato dalla Rsu sindacale a seguito di quanto deciso dall’assemblea dei lavoratori -. Nell’ultimo anno, abbiamo affrontato una fase drammatica per quanto riguarda le ricadute occupazionali, percorrendo soluzioni sostenibili e scongiurando conseguenze molto più traumatiche. Ciò ha comportato sforzi e sacrifici da ambo le parti, ma è indispensabile ricordare che il peso sostenuto dai lavoratori, ha prodotto ripercussioni immediate nella vita di tutti i giorni.  A tutto ciò si è giunti con enormi difficoltà, ma con la consapevolezza di voler raggiungere un’intesa, che rispondesse per quanto possibile alle reciproche esigenze”.
“Riteniamo fondamentale l’impegno della società Tirreno Power, nel voler confermare e condividere una proposta industriale che possa realizzare un’intesa tra i principali soggetti coinvolti sia a livello politico che industriale, ciascuno nel pieno rispetto dei propri ruoli, ma con la volontà comune di sostenerla, per trovare una soluzione alla drammatica situazione occupazionale”.
Ai sindacati non sono andati giù anche i premi economici elargiti dall’azienda nei confronti di alcuni lavoratori: “Tale scelta la riteniamo profondamente sbagliata e lesiva del comune sforzo di solidarietà sino a oggi dimostrato dai dipendenti. Lavoratori che in una grave situazione occupazionale, nata per molti versi in uno scenario surreale, hanno saputo rinunciare a qualcosa per cercare di generare una forza propositiva utile a creare un futuro occupazionale per tutti i colleghi; purtroppo la scelta dell’azienda rischia di creare una frattura e di andare nella direzione opposta alla presa di coscienza sopra richiamata”.
“C’è rabbia e amarezza fra i lavoratori: non si riesce a capirne le ragioni, soprattutto in un contesto dove da oltre un anno le maestranze si dividono tra cassa integrazione, mobilità e contratti di solidarietà. Ricordiamo, che nell’ambito del premio di risultato, definito con un importante accordo tra le parti, per elargire premi su obiettivi condivisi e non con scelte unilaterali dell’azienda, senza contare che i premi erano stati congelati dal 2013 nel tentativo di non elargirli, prendendo a pretesto l’attuale crisi societaria”.
“Inoltre certi atteggiamenti di chiusura dell’azienda di fronte a questa complicata vertenza non aiutano e chiediamo un confronto immediato” concludono le organizzazioni sindacali.

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