lunedì 27 aprile 2015

centrale del latte Savona.fine di una storia e di lavoro

TTUALITÀ | lunedì 27 aprile 2015, 19:15

Savona, termina la produzione di gelati nell’ex Centrale del Latte: il marchio Mu assegnato ad Alessandria

Continua il piano liquidatorio per la vendita di immobili e attrezzature per pagare i creditori. Italia Food non vince la gara per l'acquisto dell'ex Macello e lascia Savona

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Lo stabilimento dell'ex centrale del Latte in Corso Ricci
Termina la produzione di gelato nell’ex Centrale del Latte di Savona. Lo stabilimento di corso Ricci ritorna così inattivo dopo un breve periodo di lavoro.
Nell’ambito del concordato preventivo per la procedura fallimentare, stabilito in sede giudiziaria, era stata l’azienda ingauna Italia Food a prendere in gestione l’ex Centrale del Latte di Savona rilevando l’impianto industriale e i relativi macchinari. L’azienda inoltre aveva presentato un’offerta di acquisto per l’ex macello di piazzale Amburgo ma nell’asta pubblica del gennaio scorso non si è aggiudicata l’area e, con la scadenza del contratto annuale di locazione del sito produttivo, ha dovuto lasciare l’area. Attiva nel sito da gennaio a dicembre 2014 (con proroga di due mesi) infatti, l’azienda ha cessato la produzione di gelato nello scorso febbraio, procedendo con la restituzione degli impianti a marzo. “Sembrava si parlasse di una vera e propria fase di avvio della produzione nel sito dell’ex Centrale del Latte ma il progetto è tramontato – ha affermato Lorenzo Ferraro, segretario FLAI CGIL – Un dispiacere per quattro dei 24 lavoratori della centrale che erano stati riassorbiti nell’attività”.
Termina così la produzione di gelato nello stabilimento di Corso Ricci, in quella che era la Centrale del Latte, la storica azienda che per oltre 60 anni ha rappresentato un’importante attività con il marchio Mu. Tutto era infatti iniziato nel gennaio 2012 quando era stato avviato il concordato preventivo per scongiurare il fallimento della centrale. Il concordato prevedeva l’attuazione del piano liquidatorio dei beni di proprietà della centrale a titolo di risarcimento dei creditori e due accordi contrattuali con la Centrale del Latte di Alessandria. Il primo riguardava la cessione in affitto del ramo d’azienda (rete vendita) e del marchio Mu per la durata di 36 mesi, mentre il secondo era un contratto di somministrazione, con il quale la centrale alessandrina si sarebbe assunta l’impegno di rifornire Savona della materia prima, garantendo la continuità della produzione fino al 31 luglio di quell’anno. Giusto recentemente ha avuto luogo la gara per la vendita del Marchio Mu, come spiega il curatore fallimentare Ambrogio Botta: “Lo scorso 22 aprile, con il termine dei 36 mesi per la cessione in affitto del ramo d’azienda del marchio con relativa proroga, si è svolta la gara per la vendita ma nessuno si è presentato. Così il Marchio Mu è stato assegnato alla centrale di Alessandria. Il passaggio di proprietà è ancora da formalizzare”.
Intanto continua il piano liquidatorio: risale allo scorso marzo-aprile l’asta per la vendita degli impianti. “E’ stata venduta la quasi totalità degli impianti e delle attrezzature di Savona e Mondovì – continua il commercista Botta – Alla quale hanno partecipato produttori del settore latte e derivati degli Stati Uniti, dell’Est Europa e anche un produttore palestinese. Il secondo tentativo avrà inizio dopo domani, il 29 aprile e ci saranno quindici giorni di tempo per partecipare all’asta on-line sul sito ‘Troostwijk Auctions: Troostwijk Aste’. Sarà più difficile invece vendere il sito immobiliare dello stabilimento in corso Ricci”. L’immobile e gli impianti della Centrale del latte fanno infatti parte della procedura fallimentare, messi all’asta per pagare i creditori. 
Tra le cause della crisi della centrale e la chiusura dell’impianto, debiti per oltre 15 milioni di euro, da risarcire a più di quattrocento creditori e fornitori (conseguenza di molteplici investimenti sbagliati come l’acquisto nel maggio 2009 del marchio torinese “YouVita” e l’incorporazione nel 2008 dell’”ILCAM” di Mondovì, società entrambe in perdita). A rimetterci per primi i ventiquattro lavoratori che, dopo 18 mesi di cassa integrazione iniziale, si trovano in mobilità da gennaio 2014.

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