giovedì 30 aprile 2015

efficienza energetica l'Italia sotto richiamo UE

Efficienza energetica in edilizia: la Commissione Ue chiede all’Italia di uniformarsi alle norme Ue

Avvisate anche Olanda e Polonia. La direttiva doveva essere recepita nel 2012
[30 aprile 2015]
Efficienza energetica in edilizia
La Commissione europea ha chiesto ad Italia, Olanda e Polonia «di intervenire affinché la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia sia integralmente recepita nell’ordinamento nazionale». In base a questa direttiva sulla efficienza energetica in edilizia, che doveva essere recepita entro il 9 luglio 2012, gli Stati membri devono stabilire e applicare requisiti minimi di prestazione energetica per i nuovi edifici e per quelli esistenti, assicurare la certificazione del rendimento energetico degli edifici e prescrivere l’ispezione regolare dei sistemi di riscaldamento e di condizionamento. La direttiva impone inoltre agli Stati membri di provvedere a che dal 2021 tutti i nuovi edifici siano del tipo “a energia quasi zero”.
L’Italia nel gennaio 2013 aveva già ricevuto un parere motivato per «non aver adottato alcuna misura volta a recepire la direttiva» come ha fatto l’Olanda, il nostro Paese nel frattempo ha adottato misure di recepimento ma la Commissione sottolinea che «alcune disposizioni della direttiva continuano a non essere recepite». La Polonia era stata deferita nel luglio del 2014 alla Corte di giustizia dell’Ue ed ha risposto  tempestivamente con l’adozione dei provvedimenti di attuazione della direttiva ma «A seguito di un’ulteriore analisi da parte della Commissione risulta tuttavia che alcune disposizioni della direttiva non sono state ancora recepite».
Per questo Bruxelles ha  inviato altri pareri motivati a Italia, Olanda e Polonia  chieendo che recepiscano «pienamente le disposizioni residue della direttiva» e ricorda che «Se gli Stati membri non ottemperano al loro obbligo giuridico entro due mesi, la Commissione potrà decidere di adire al riguardo la Corte di giustizia e di chiedere altresì l’imposizione di sanzioni pecuniarie».
Poiché nessuno Stato membro ha recepito tutte le norme dell’UE nell’ambito della presente direttiva entro il termine stabilito, la Commissione ha avviato procedimenti di infrazione nei confronti tutti e 28 gli Stati membri. Nel 2014 la Commissione ha deciso di deferire alla Corte di giustizia Austria, Belgio, Finlandia e Polonia. Nel frattempo l Belgio e Finlandia hanno pienamente recepito la direttiva,. Da allora la maggior parte degli Stati membri ha ormai assolto l’obbligo di recepimento e i soli procedimenti di infrazione ancora in sospeso riguardano l’Austria, l’Italia, l’Olanda, la Repubblica ceca e la Polonia.
La nota della Commissione Ue conclude avvertendo che «Sono possibili ulteriori azioni legali relative a questi casi nell’ambito dei successivi procedimenti di infrazione».
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