Altro che Youth del premio Oscar Sorrentino, al Teatro Mercadante di Napoli è andata in scena un’altra “giovinezza”, quella da intelletto/chic. Per i primi 40 anni dell’Istituto di Studi Filosofici, Napoli si è inchinata a Gerardo Marotta, il suo storico fondatore, 88 anni, piccino, uno scricciolo che sembrava quasi scomparire nel suo inseparabile cappotto, sciarpa e cappello grigio. Ma le sue parole tuonano forti contro l’horror vacui delle istituzioni. Anche se non è il momento di polemizzare, le bollette in rosso ci sono come le inutili attese di finanziamenti pubblici. Marotta riesce da solo con la sua cocciutaggine a tenere in vita la sua creatura, faro di sapienza. Una Marotta night per quelli che ancora credono al potere della filosofia come forza emancipatrice, come un’avventura dello spirito. La filosofia pesa e “pensa” di meno invece più cambiare il nostro modo di ragionare.
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Hanno preso la parola sul palco il senatore Sergio Zavoli, 92 anni, ex presidente della Rai e Aldo Masullo, 91 anni, professore emerito di Filosofia morale alla Federico II, per il quale “La Filosofia è ancora l’emozione della ragione”. Zavoli, Masullo e Marotta, i Grandi Anziani si proiettano verso il futuro, anziché avere lo sguardo ripiegato verso il passato. No, non si rinchiudono in un resort di lusso da montagna incantata come i protagonisti del film di Sorrentino che sbavano davanti alla bellezza al silicone di Miss Universo. Interviene il sindaco Luigi De Magistris che approfitta del clima elettorale per farsi uno spot e ribadire la sua “arrogante” autonomia dalla politica del governo: vuole che Napoli risolva i suoi problemi con capacità di autogestione, non vuole ingerenze di Renzi nelle sue “faccende” (vedi il caso Bagnoli, noto a tutti).
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Continua la messa in scena della “Grande Ipocrisia”, tutti a baciare la pantofola di Marotta, spendersi in grandi salamelecchi, ma nessuno caccia una lira. Il microfono a Luigi Miraglia che stigmatizza la “grassa”e avara borghesia napoletana: “Voi che spendete 10mila euro per andare in vacanza alle Bahamas, staccate un assegno a favore dell’Istituto… Prego favorite”. Ma il suo reiterato invito cadeva in un silenzio di tomba.
Al brindisi di mezzanotte nel foyer l’ultimo appello era dell’avvocatoGennaro Famiglietti, già fondatore ventennale dell’Istituto di Cultura Meridionale e che siede nel Consiglio d’Amministrazione del Mercadante dice: “Ci siamo dimenticati che la vocazione di Napoli è quella di produrre cultura. Non solo Gomorra e immondizia. E’ lasciare morire un’eccellenza come l’Istituto di Studi Filosofici che tutto il mondo ci invidia, che ha ospitato premi Nobel e che ha mantenuto relazioni di pensiero internazionali, non ci fa onore”.
Belle parole, intanto mancano ancora i soldi per il personale affinché il “deposito” (giuro, è davvero un deposito!) di migliaia di libri, tra cui testi rarissimi, diventi una biblioteca informatizzata degna del luogo. Auguri Marotta.