giovedì 28 maggio 2015

una utile lettura.il manifesto di Green Italia per la nuova fase congressuale

GREEN ITALIA – IL MANIFESTO Siamo cittadine e cittadini con diverse – o con nessuna – esperienze politiche alle spalle. A unirci non sono le convinzioni del passato; è una stessa idea di futuro che finora in Italia non ha trovato spazio nella politica ma che in Europa è già fatta propria da partiti e movimenti legati ai Verdi europei: a questa idea abbiamo dato il nome di Green Italia. Perché Green Italia? Perché nessuno dei partiti oggi in campo, nessuna delle culture politiche tradizionali, vede la crisi ambientale come problema prioritario e l’ecologia, la sostenibilità ambientale e sociale come occasioni decisive per cambiare in meglio la vita degli individui e delle comunità. L’ambizione di Green Italia è contribuire a riempire questo immenso buco nero di arretratezza e incoscienza, il nostro obiettivo è offrire agli italiani, che in più occasioni hanno dimostrato interesse e sensibilità per verso l’ambiente e l’ecologia, una scelta diversa da quelle oggi disponibili: la scelta di un progetto politico che abbia tra i suoi tratti fondativi l’idea di un “green new deal” italiano e la convinzione che questa prospettiva sia la più efficace e realistica per il nostro Paese. Le cose che vogliamo sono chiare, ma lontane anni luce dai programmi e dai comportamenti dell’attuale politica. • Vogliamo che l’impegno per fermare i cambiamenti climatici diventi una priorità nella politica e nell’economia. La crisi climatica provoca già oggi danni anche economici rilevanti, dall’agricoltura alle isole di calore nelle grandi città: fermarla è un investimento decisivo per la salute, la sicurezza, il benessere dell’intera umanità e delle generazioni future. L’Italia deve cambiare strada rispetto alle timidezze, agli immobilismi, ai passi falsi di un passato anche recente: chiediamo che la riduzione delle emissioni dannose per il clima diventino una priorità nelle politiche ambientali, energetiche, della mobilità, dello sviluppo territoriale, e che il nostro governo s’impegni con forza, in Europa e in tutte le sedi internazionali a partire dalla Conferenza sul Clima del prossimo dicembre a Parigi, per l’adozione di obiettivi vincolanti che portino a dimezzare entro il 2050 le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas climalteranti. • Vogliamo che si crei lavoro e si esca da questa lunga e profonda crisi economica e sociale puntando sulla green economy: un'economia basata sul rispetto delle persone, siano lavoratori o consumatori, e su un uso efficiente e ecologicamente sostenibile dell'ambiente e delle risorse maturali. Vogliamo dire basta all'economia "grigia", che da una parte produce inquinamento, malattie, disastri climatici, dall'altra alimenta le diseguaglianze sociali e fa crescere la povertà. Migliaia di imprese, anche in Italia, hanno già imboccato la strada della green economy: sono i veri "campioni" della nostra economia, imprese che grazie alla loro scelta green si affermano nella competizione globale e resistono meglio alla crisi economica, ma che hanno bisogno di una politica e di politiche più moderne e più degne. • Vogliamo più Europa, ma un'Europa democratica e capace di politiche economiche, sociali, ambientali che rispondano all’interesse dei cittadini e non come oggi alla convenienza delle grandi banche o di ristretti cartelli di grandi imprese dall’energia fossile alla siderurgia all’automobile. Per costruire un’Europa così occorre trasmettere una più forte consapevolezza del nostro destino comune di europei, ottenere l’abbandono delle fallimentari politiche di austerità fine a se stessa seguite in questi anni e un forte rilancio dell’impegno per un’Europa federalista. L’Italia deve impegnarsi con più forza per un’Unione Europea luogo e strumento di diritti e di cittadinanza attiva, che cancelli ogni spazio per il razzismo e l’autoritarismo. Ci sentiamo italiani e ci sentiamo cittadini europei, crediamo che solo unendo le loro forze e le loro stesse "diversità" i popoli europei troveranno la via di un futuro desiderabile. • Vogliamo difendere contro ogni tentativo di appropriazione privata e di mercificazione i beni comuni sia materiali che immateriali: dall'acqua al suolo, dal sistema scolastico a quello sanitario, dalla difesa dei cittadini contro l'inquinamento all'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. In particolare la salute dei cittadini è un bene assoluto e indisponibile: un bene minacciato troppo spesso da chi inquina e avvelena impunemente i territori – dall’Eternit all’Ilva -, un bene la cui tutela va sempre anteposta a interessi e convenienze privati. • Vogliamo legalità, a cominciare dalla tutela dell’ambiente: è un grande e storico risultato la nuova legge sugli ecoreati, ottenuta grazie soprattutto all’impegno ventennale delle associazioni ambientaliste e legalitarie; ora bisogna vigilare perché tali norme siano applicate con rigore e completezza, così da sconfiggere le ecomafie e da impedire nuove Ilva e nuove “terre dei fuochi”. • Vogliamo favorire e accelerare la rivoluzione energetica già in atto: in Italia entro vent’anni la gran parte del fabbisogno energetico deve essere soddisfatta con le fonti rinnovabili, ed è altrettanto urgente investire nel miglioramento degli standard di efficienza energetica a cominciare dall’energia consumata per usi domestici. Per abbattere l’inquinamento dell’aria e per fermare i cambiamenti climatici bisogna uscire al più presto dall’era del petrolio e dei fossili, e per l’Italia – che importa gran parte del petrolio, del carbone, del gas che utilizza – questa è anche la via più rapida e virtuosa per superare la condizione attuale di dipendenza energetica. Per tutto questo consideriamo inaccettabile la scelta recente del governo italiano di promuovere, con il decreto “sblocca-Italia”, un “via libera” generalizzato alle trivellazioni petrolifere in mare e a terra: scelta profondamente “anti-moderna”, che rappresenta una grave minaccia per l’ambiente e che rischia di rallentare la transizione verso un sistema energetico “fossil-free”. • Vogliamo promuovere l’innovazione e l’industria che scommettono sull’ambiente, e invece smetterla di sovvenzionare “a perdere” attività decotte e inquinanti. Basta con politiche che per tutelare ristretti e ormai anacronistici poteri economici - dalle energie fossili, alla rendita immobiliare, a tutti i settori industriali più retrivi e anti-ecologici che continuano a dettare legge in Confindustria - sacrificano sistematicamente l'interesse generale. • Vogliamo un’Italia sempre più “digitale”. Garantire a tutti i cittadini l’accesso alle più avanzate tecnologie digitali costituisce un fattore decisivo di equità sociale, di trasparenza amministrativa e lotta alla corruzione, di rafforzamento di tutti i presìdi di cittadinanza attiva impegnati in difesa dei beni comuni. • Vogliamo azzerare il consumo di suolo, che distrugge territorio e alimenta la corruzione, e avviare un grande programma di rigenerazione urbana e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente nel segno dell'efficienza energetica, della sicurezza antisismica, di una migliore qualità urbanistica e architettonica. Serve una politica nazionale per le città, fondata su obiettivi concreti e ravvicinati di miglioramento della qualità della vita e della qualità dei servizi per tutti gli italiani – oggi una larga maggioranza – che vivono nei centri urbani. • Vogliamo che l'Italia "faccia l'Italia", cioè valorizzi le sue vocazioni, i suoi talenti, dalla bellezza del paesaggio alla ricchezza culturale delle città alla creatività imprenditoriale che ha reso famoso in ogni angolo del mondo il “made-in-Italy”: solo così rimarremo protagonisti nella globalizzazione. All'Italia serve una nuova visione, una direzione di marcia che ci guidi e possa darci un ruolo da protagonisti nel mondo sempre più "largo" che sta prendendo forma. La bussola di questo necessario e diverso cammino è nelle nostre ricchezze più grandi, quelle scritte nell’articolo 9 della Costituzione: la cultura, l’educazione, la ricerca, il paesaggio. Finora le abbiamo tutte maltrattate, questa è la radice più profonda del declino italiano. • Vogliamo chiudere definitivamente la porta agli Ogm, e invece rafforzare la nostra vocazione a un’agricoltura di qualità, che non solo produce buoni cibi ma salvaguardia il territorio. • Vogliamo che si investa molto di più per mettere in sicurezza il nostro territorio, reso fragilissimo da decenni di abusivismo edilizio impunito e di cementificazione senza regole e senza limiti, e molto di meno finanziare grandi opere inutili per la collettività, come il mega-tunnel in Val di Susa. • Vogliamo una forte accelerazione nella bonifica dei siti contaminati e spesso resi invivibili da decenni di inquinamento industriale impunito, cominciando dalla creazione di un fondo nazionale per le bonifiche finanziato da tutte le imprese - chimiche, petrolchimiche, siderurgiche - che operano in settori industriali dall’elevato impatto ambientale. • Vogliamo una rivoluzione nel modo di gestire i rifiuti per avvicinare il traguardo dei “rifiutizero”: massimizzare la raccolta differenziata e il recupero di materia, perseguire come finora non è stato fatto la riduzione dei rifiuti alla fonte a cominciare dagli imballaggi, condurre una vera guerra contro le ecomafie dei rifiuti, eliminare definitivamente ogni incentivo per l’incenerimento. Queste sono le basi per avvicinare davvero, nei fatti, il traguardo dei "rifiuti zero". • Vogliamo treni più moderni e più efficienti per i pendolari, per i lunghi viaggi, per le merci; più tram, autobus e metropolitane, servizi innovativi in “sharing”, forte sostegno all’uso della bicicletta per una mobilità urbana sostenibile; molti meno miliardi buttati via per costruire autostrade inutili e favorire il trasporto su gomma sprecando energia e aumentando l’inquinamento. Per queste ragioni occorre superare la “Legge Obiettivo”, che privilegia le grandi opere e in particolare le grandi opere autostradali, e cancellare le norme del decreto “Sblocca-Italia” che in palese vilazione delle normative europee consentono proroghe delle concessioni autostradali finalizzate alla realizzazione di nuove autostrade. Per scegliere le opere davvero utili all’Italia e agli italiani serve una politica dei trasporti sostenibile che fissi obiettivi strategici – riduzione del peso oggi preponderante della mobilità su gomma, riduzione dell’inquinamento, stop al consumo di suolo, destinazione di almeno la metà della spesa per investimenti disponibile alla mobilità urbana - e da questi faccia derivare le decisioni sulle singole opere. • Vogliamo promuovere gli stili di vita e di consumo che mettono al centro i criteri della qualità ecologica e della responsabilità sociale, a partire da preziose esperienze di cittadinanza attiva diffusa come i “gruppi di acquisto solidale” e le forme di commercio equo e solidale. Ci sentiamo inoltre impegnati per accrescere nella società e nell’economia l’attenzione verso i temi del benessere e della dignità degli animali. • Vogliamo uno stato sociale più equo e moderno: che dia davvero a tutti i cittadini pari opportunità, introduca forme di tutela sociale ormai irrinunciabili come il reddito di cittadinanza, sostenga adeguatamente le persone e le famiglie - sempre più numerose - che si trovano sotto la soglia di povertà,. Vogliamo, ancora, uno stato sociale che metta al centro delle sue politiche i giovani, che li aiuti a costruire il loro futuro incoraggiandone l'ambizione, il merito, l'intraprendenza. • Vogliamo uno Stato, una pubblica amministrazione molto più amichevoli verso i cittadini, con regole e norme tanto severe nel difendere l'interesse pubblico e il principio di legalità quanto semplici e chiare nell'applicazione. • Vogliamo ecologia nella politica e nello Stato. Nessuna vera ripresa sociale, economica, civile sarà possibile in Italia senza “disinquinare” la politica e la pubblica amministrazione, senza ripulirle da corruzioni, abusi di potere, conflitti d’interesse, illegalità favorite o tollerate, rapporti opachi e spesso nascosti tra decisori pubblici e interessi economici. Questo cambiamento, condizione necessaria perché l'Italia si rimetta in cammino, passa obbligatoriamente per un forte rinnovamento, culturale prima ancora che generazionale, delle classi dirigenti. • Vogliamo combattere senza tregua ogni forma di xenofobia, di razzismo, di criminalizzazione indiscriminata dei fenomeni di immigrazione. L’Italia, Paese con una storia lunga e dolorosa di emigrazione alle spalle, deve dare piena accoglienza a chi fugge dalle guerre e dalle persecuzioni e deve fare molto di più per i diritti e la dignità di milioni di cittadini immigrati che vivono e lavorano da anni nel nostro Paese ma sono tuttora esclusi da molte tutele sociali. • Vogliamo per tutti diritti essenziali e irrinunciabili: chi nasce e cresce in Italia è italiano, qualunque sia l'origine della sua famiglia; ogni discriminazione di genere va messa al bando; l'omofobia che discrimina ed emargina le persone omosessuali è un crimine; ogni coppia, eterosessuale o no, ha diritto ad essere riconosciuta dallo Stato come famiglia. • Vogliamo consumi più consapevoli, consumatori protagonisti delle loro scelte come nelle migliaia di “gruppi di acquisto solidale” nati in Italia in questi anni.

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