giovedì 30 luglio 2015

Pigneto di Roma rischio droga e delinquenza ma Marino cosa vuole fare?

Al Pigneto i pusher con la droga nel carrello della spesa, noi residenti abbandonati dal Campidoglio". Marco De Gennaro del comitato di quartiere

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PIGNETO
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"La rivolta dei pusher contro i carabinieri è la conferma che il Pigneto ormai è in mano a spacciatori senza etica Il Campidoglio e il V Municipio non fanno nulla per migliorare la situazione, anzi, minimizzano sulla presenza dei corrieri della droga. Ma nemmeno i rastrellamenti sono risolutivi".
Marco De Gennaro, rappresentante di quartiere del Pigneto, vive a pochi passi dalla zona dove, nella notte tra mercoledì e giovedì, una quarantina di spacciatori del Gambia hanno aggredito un gruppo di militari dell'Arma che avevano appena bloccato due stranieri sorpresi a vendere eroina e hashish. Al termine della guerriglia, nella quale sono rimasti coinvolti alcuni residenti scesi in strada per dare una mano agli agenti, 7 gambiani sono stati arrestati per oltraggio, minaccia, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Il quartiere della movida a basso costo, frequentato dai giovani e dagli studenti, da anni è una delle piazze dello spaccio più conosciute della Capitale, insieme a San Lorenzo. Ma qui, dove la vendita della droga è concentrata in un grumo di viuzze scure, la situazione sta sfuggendo di mano.
"Hanno venduto il Pigneto per un accordo all'americana. Pensavano di poter tollerare la presenza di qualche spacciatore, invece il numero dei pusher è altissimo, e grazie a questa forza numerica possono comportarsi in maniera molto arrogante: non è raro vedere spacciatori che trascinano la droga nei carrelli del supermercato", spiega De Gennaro. "Nessuno li ferma", continua. "I vigili urbani che dovrebbero controllare le 16 telecamere sull'isola pedonale sono ormai inesistenti e si interviene soltanto quando accadono casi drammatici: la settimana scorsa una ragazza è stata stuprata ma pochi ne hanno parlato".
L'effetto secondario della presenza di numerosi pusher, spiega il rappresentante del Pigneto, sono "le molestie sessuali nei confronti delle donne. Le cameriere dei bar sono le prime a farne le spese, ma anche le ragazze che frequentano queste vie la sera". La prepotenza si riversa anche nei confronti dei commercianti: "I pusher entrano, prendono una bottiglia ed escono senza pagare: nessuno si ribella per paura".
Una situazione esasperata ed esasperante che nessuno sembra risolvere. "Il Campidoglio e il V municipio non fanno nulla, le forze dell'ordine aspettano un input per procedere con i rastrellamenti ma pensiamo che questa non sia la soluzione: puoi arrestare venti spacciatori, il giorno dopo ne arrivano quaranta perché il guadagno giornaliero arriva fino ai 50 euro e un immigrato senza lavoro ha bisogno di quei soldi".
Il comitato di quartiere gestisce una pagina Facebook molto popolare: "Il Pigneto non è spacciato". Qui ormai da tre anni raccolgono le lamentele dei cittadini, ma anche le proposte. "Manca il welfare", sintetizza De Gennaro. "In una zona dove vivono molti stranieri nessuno ha pensato di formare degli assistenti sociali, non esistono strutture che possano offrire un percorso diverso ai migranti che escono dal carcere per spaccio. Se non hanno alternative, tornano a vendere eroina, cocaina e hashish". Allo stesso tempo il Comune dovrebbe tornare a gestire la città: "Nel weekend migliaia di ragazzi e ragazze arrivano al Pigneto per divertirsi, ma nessuno ha pensato di mettere un lampione in più, qualche cestino e qualche bagno chimico".

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