lunedì 28 settembre 2015

un paio di cose si fondi di ricerca

Un paio di cose sui fondi per la ricerca

by JLC
st
di Enrico Euli*
Un paio di giorni fa, al Consiglio di Dipartimento dell'Università, abbiamo dibattuto per due ore, dei criteri per la distribuzione dei fondi per la ricerca, che quest'anno si chiamano Prid (non chiedetemi cosa voglia dire).Una roba delle dimensioni di una bazzeccola, alla fine: mille o duemila euro a testa all'anno. In una situazione generale che vede il nostro ateneo perdere milioni di euro (6 nel 2014, 10 quest'anno) di finanziamento ordinario, tanto da dover ricorrere sempre più alle risorse della Fondazione Banco di Sardegna, baraccone politico-finanziario che ci eroga da quest'anno - ad esempio - anche i fondi Prid.
In una appassionata discussione per cercare di valutare la diversa qualità delle pubblicazioni e dei progetti, al fine di valutarne i meriti e differenziare così i relativi emolumenti da destinare ai singoli ricercatori, sono emersi ragionamenti puramente quantitativi: quanti sono stati i prodotti del ricercatore negli ultimi quattro anni, in quante pagine consisteva ogni pubblicazione, se la casa editrice fosse piccola o grossa, e su scala locale, nazionale o internazionale; quanti soldi avesse portato al dipartimento il progetto x o y.
Più si discuteva inutilmente (peraltro una querelle che va avanti da anni) e più ci si rendeva conto di due cose: che stabilire dei criteri validi - non opinabili e non discrezionali - eraimpossibile; e che ci si basava soltanto sulla quantità per valutare una presunta qualità e per definire la quantità dei fondi da destinare alla presunta qualità (cioè, in effetti, quantità).
Insomma, un vero delirio, che testimonia del grado di smarrimento in cui versa l'Università italiana, e non solo. Non ci si può lamentare se poi gli studenti protestano per un libro da studiare in più, o se non c'è un rapporto equilibrato tra crediti e numero delle pagine di un esame.
Mi sono alzato solo per ricordare ancora una volta che Socrate, Buddha e Cristo non hanno mai scritto né pubblicato alcunchè. E che Einstein ha scritto la prima stesura della teoria della relatività ristretta (appunto!) in poche paginette. E che alcune opere fondamentali della storia dell'umanità sono state inizialmente pubblicate a spese dell'autore, in case editrici sconosciute, o non sono state neppure edite mentre l'autore era in vita. Nessuno di loro avrebbe ricevuto i fondi Prid, se fosse stato valutato dall'Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) o dal Cineca (consorzio formato da 70 università italiane, quattro Enti Nazionali di Ricerca e dal Ministero dell'Università). Forse qualcuno di loro si sarebbe perso tra pin e codici Orcid e Vqr, piattaforme Floss Ar, Iris e via andare...
Quanto vuoto dietro a tutto questo, quanta stupidità, quanto inutile blaterare.
Il carrozzone va avanti da sé, per inerzia e codardia, con la mediocrità e il disdoro tipica di quest'epoca triste.
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* Ricercatore universitario e docente di Metodologie e tecniche del gioco, del lavoro di gruppo e dell’animazione, è autore di numerosi articoli e libri. Cura il blog Saturnalia, dal nome delle feste popolari di Roma antica (in onore di Saturno), durante le quali si scambiavano auguri e doni e, soprattutto, era concesso agli schiavi di prendere il posto dei padroni.

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