giovedì 29 ottobre 2015

il valore del sabato da ecumenici.it

Quasi certamente i primi giudeo-cristiani continuarono a rispettare il riposo sabbatico, recandosi alla sinagoga per la lettura della Scrittura e per pregare, come avveniva in tutta la Giudea, colonia romana. Dopo di che si riunivano in case private di qualche cristiano abbiente, imitando in tal modo gli apostoli che avevano atteso la venuta dello Spirito Santo.
Non rinnegavano il Dio della Creazione, rispettavano dunque il giorno di Jahvè, il Sabato, caratterizzato dal divieto di svolgere qualsiasi attività, pur ricordando che la Resurrezione di Gesù non era avvenuta che il giorno successivo. Fu Paolo nel suo antigiudaismo militante che indicò la domenica come giorno privilegiato per raccogliere la colletta. Ma non si trova in tutta la Bibbia una affermazione di cambiamento di giorno di riposo dal sabato alla domenica. Molti testi come quello di Romani 14 o Colossesi 2 sono citati fuori contesto.
La domenica non è quindi una continuazione o la sostituzione del sabato nella nuova alleanza, ma una iniziativa cristiana che parte dalla risurrezione di Cristo, indipendente e svincolata dalla legge di Mosè. Il sabato è inserito invece nel Decalogo (Esodo 20).
Il riposo del sabato è stato dato, a imitazione del Creatore, che dopo i sei giorni occorsi per la creazione, nel settimo, lo Shabbat, si riposò. Gesù non lo ha mai abrogato ma riformato quando ha guarito in quel giorno.
Il Sabato è un PATTO ETERNO fra Dio e l'uomo. Non è quindi ingenuo pensare che il giorno di riposo sia rimasto realmente il Sabato in quanto Dio non scioglie i legami fatti sulla terra (Anche questo scritto sulla bibbia). Ecco perchè ho scelto di organizzare il meeting quacchero di sabato e non di domenica. Contrastando anche gli usi consolidati dei quaccheri stessi ma non quelli dei fratelli Amish così attenti all'essenza e sobrietà e semplicità delle cose di Fede. Maestri della conservazione delle radici. La volontà di Dio non cambia per la scelta di un apostolo o delle chiese oggi e nel passato.
La cristianizzazione del tempo della domenica inizia con l’imperatore Costantino in modo sistematico: vietava in quel giorno le attività dei giudici, dimostrando in tal modo come l’imperatore volesse proteggere i cristiani nel giorno in cui essi dovevano recarsi in chiesa, dando loro il tempo necessario ed evitando che essi fossero disturbati dai litigi. Si potrebbe a questo punto fare un’osservazione: Costantino non utilizza il termine dies dominica, ma dies solis, per cui forse non si riferisce alla domenica cristiana, bensì al giorno del sole Per farsi capire anche dai non cristiani che all'epoca erano la maggioranza dei sudditi.
La settimana ebraica, ma anche quella dei cristiani avventisti, degli Amish  è incentrata sul sabato, mentre gli altri giorni non hanno una loro identità indipendente, ma sono il primo, il secondo…il quinto giorno dopo il sabato, eccezion fatta per il venerdì, detto parasceve o avansabato (προσαββάτον), a ricalcare ancora maggiormente il valore del sabato, perché il giorno che lo precedeva serviva a preparare tutto ciò che occorreva per non infrangere il divieto sabbatico.
E' certo che i primi quaccheri numeravano così i giorni della settimana come gli ebrei perchè rifiutavano i nomi pagani dati dai romani, che diedero ai giorni i nomi delle principali divinità (anche quelle provenienti da altri Paesi), pur slegando tale ciclo dalle feste, che invece erano stabilite secondo i criteri della religione classica.
Riprendere l'uso riformato di Gesù del Sabato è dunque un ritorno alle fonti della nostra testimonianza e solo qualche giorno fa ho scoperto anche un amico ebreo riformato che segue la meditazione oltre a una referente nazionale avventista.
Segni di santità comune nella pluralità delle scelte confessionali vissute.
Io vado avanti così, figuratevi se temo l'etichetta di eretico da parte degli stessi quaccheri della Società degli Amici. Se non esiste io, loro sono solo fumo londinese. Sembra che l'unica comunità che avevano in Bologna sia di fatto chiusa. Io prego solo che non ci siano altri preti cattolici nella strada in Italia. Troppo duro sarebbe l'unità.

Maurizio Benazzi

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