“When you extract gas, it changes the pressure in the gas reservoir and causes compaction in the reservoir sandstone, which causes earthquakes”Manuel Sintubin, professore di Geodinamica presso l’Università di Leuven
La storia di Annemarie e Albert Heite è semplice: volevano una casa in campagna, per le loro due bambine, con l’aria buona e dove correre nei campi. Trovata e comprata cinque anni fa. Di mattoncini rossi, con giardino. Regione di GroningenOlanda. Si sistemano. Subito iniziano i terremoti. Iniziano a piovere pezzetti di calcestruzzo dal soffitto nella stanza delle bimbe. Iniziano a piovere pezzi di mattoni. Loro non lo sapevano, ma centinaia di terremoti, di intensità non troppo elevata che si ripetono da anni, hanno praticamente distrutto le fondamenta della loro casa.
Herestraat_Groningen
Oggi quella casa è in via di demolizione. Le autorità hanno deciso che è insicura e che deve essere abbattuta. La casa dei loro vicini è già un cumulo di macerie. Anche la scuola delle bimbe èpericolanteLe ragioni sono riconducibili alle operazioni estrattive di gas naturale della Shell e della ExxonMobil nell’area. E del governo olandese che per vent’anni ha chiuso un occhio e pure due sulla sismicità indotta di Groningen, di cui invece cittadini e scienziati sapevano già tutto, per averlo vissuto i primi, e per averlo studiato i secondi.
La storia di Groningen inizia nel 1963 quando la Nam – Nederlandse Aardolie Maatschappij – un consorzio Shell e Exxon Mobil, iniziò a trivellare. Cercavano petrolio, trovarono gas. In seguito, il governo divenne parte del consorzio, con il 40% delle quote. Tutti gli attori coinvolti hanno lucrato per 30 anni con il gas di Groningen: i petrolieri, il governo e anche l’Europa, visto che il giacimento si rivelò essere il suo più grande giacimento. Anzi, Groningen è il decimo più grande giacimento del mondo intero. In cinquant’anni vengono estratti i due terzi del quantitativo totale di gas. Soldi a palate.
Sotto Groningen nel 1963 non ci sono faglie sismiche.
Dopo trent’anni ci si accorge che qualcosa non va: la zona è diventata sismica. Si cerca di negare l’evidenza, ma non si può. Dai primi anni 90 si inizia a studiare meglio e si registrano almeno mille terremoti, la cui intensità massima arriva a 3.6 Richter. Paiono terremoti modesti, ma non si erano mai registrati terremoti qui prima dell’arrivo del gas, e soprattutto, le conseguenze più sono gravi di quanto ci si possa aspettare perché gli epicentri sono vicini alla superficie e gli edifici sono costruiti su terreno fragile. Si punta il dito verso le trivellazioni.
Dopo tanto dibattere, dopo il tuttapposto olandese di governo e petrolieri, tutti, inclusi ExxonMobil e Shell, accettano che la sismicità olandese è stata indotta dall’uomo. Il distinguo però era che i danni sarebbero stati minori e per vent’anni hanno sostenuto questa tesi: si, le trivelle causano terremoti, ma sono lievi e non portano a gravi conseguenze. Nam avrebbe analizzato caso per caso e pagato i danni.
Tutto cambia nel 2012, quando un terremoto di intensità 3,6 colpisce l’area con danni visibili e paura. Arrivano almeno 50,000 segnalazioni di casi di crepe, case insicure, muri pericolanti, pezzi di mattoni che cadono, case che devono essere demolite.
Finalmente, anche l’ente governativo per la sicurezza deve piegarsi e conduce una dettagliata indagine sulla sismicità indotta in Olanda, dal 1959 al 2014. Il risultato ufficiale è stato un duro colpo per la Shell e la ExxonMobil: fino al 2013, governo e petrolieri, hanno de facto ignorato le preoccupazioni dei residenti e le precauzioni per la sicurezza, non hanno fatto analisi del rischio, non hanno tenuto conto degli studi scientifici. L’unico obiettivo era di massimizzare gli introiti.
Cinquant’anni di terremoti, anche se medi ma continuati nel tempo, non possono non avere conseguenze negative, di salute e anche finanziare per i residenti. Chi voleva vendere la propria casa ne ha visto il valore calare in maniera impressionante. Una volta emersa la questione terremoti, i prezzi sono praticamente dimezzati. Molti sono rimasti intrappolati dove erano, con paura e crepe. Nam ha fatto ben poco per loro.
A settembre 2015 una class action porta ad una sentenza storica: tutti i residenti di Groningen, che le loro case siano in vendita o no,possono chiedere di essere compensati per le perdite del valore dei loro immobili. Si tratta di circa 100,000 abitazioni. E’ la prima volta che i petrolieri vengono dichiarati responsabili di avere distrutto il mercato immobiliare. Con questa sentenza, Shell e ExxonMobil hanno di nuovo confermato che la colpa della sismicità indotta è loro. Punto. Si stima che dovranno sborsare almeno 5 miliardi di euro, in aggiunta agli 1.2 gia’ pagati e solo per il recupero di valore immobiliare perso. E le scuole, gli uffici pubblici, le chiese? Una commissione indipendente dice che ci vorranno trent’anni per mettere tutto in sicurezza, e che il costo sarà di 30 miliardi di euro.
Anche la casa di Jur Huizinga sarà demolita perché insicura. Adesso vive in un centro temporaneo. La sua odissea con Shell ed ExxonMobil inizia nel 2003, la prima volta che gli venne detto che la sua casa era pericolante. Per anni i petrolieri hanno risposto che non era per colpa loro, poi gli hanno offerto cifre bassissime che sono cresciute perche’ si e’ fatto valere. Jur dice che è il loro modus operandi è sempre lo stesso. Usano personale specializzato in negoziazioni e giocano allo sfinimento. Spesso i residenti cedono e accettano cifre irrisorie per lo stress e la stanchezza. Ma Jur no. Il valore della sua casa era di 800,000 euro. Dopo dodici anni di lotte gli hanno offerto 500,000 euro. Spera di poter recuperare il costo completo con la nuova sentenza.
Queste storie di case demolite e della prepotenza del consorzio ExxonMobil e Shell si ripetono a Groningen. La gente è stanca, arrabbiata, non si parla d’altro. Proteste e pali improvvisati a proteggere le case. Lo stesso ministro dell’Economia olandese,Henk Kamp, dice che le ditte del gas non hanno fatto abbastanza.A luglio il governo olandese aveva deciso di abbassare le produzioni di gas: da 54 miliardi di metri cubi del 2013 a “solo” trenta nel 2015.I residenti vogliono che il limite venga portato a 21, altri vogliono che le estrazioni di gas vengano fermate completamente.
Ma la terra continua a tremare. Tutti qui sanno che i terremoti non si fermeranno e che le intensità potrebbero crescere ed arrivare anche a 4 o 5.
Ecco, ci sono voluti 50 anni per capire che le estrazioni di idrocarburi portano a sismicità indotta in aree prima non prone a terremoti. E alla fine, chi paga, veramente sono i residenti, con le loro case, le loro paure, le loro vite. In Emilia Romagna, in Veneto, in Abruzzo, in Puglia, faremmo bene a far tesoro di queste esperienze prima di bucare il territorio alla cieca. Che a differenza di Groningen è già ballerino di per conto suo.
Qui le immagini di case e crepe da sismicità indotta a Groningen