lunedì 30 novembre 2015

cop 21 :l'inizio

Cop21: la conferenza sul clima di Parigi è iniziata. Gli interventi di Hollande e Ban Ki-moon

Parte oggi la conferenza sul clima di Parigi, in una città blindata. Obiettivo: contenere il riscaldamento globale. Ma serve un accordo vero.

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11:51 - Il terzo intervento della sessione inaugurale della Cop21 è stato quello del ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, che è il presidente della Conferenza. Fabius ha detto:
"La settimana scorsa tutti mi hanno chiesto: la Conferenza di Parigi sarà un successo? Ebbene, la prima testimonianza di successo è la vostra presenza qui, nonostante tutto quello che è successo. Grazie alla vostra mobilitazione dimostrate che la civiltà e la solidarietà sono molto più forti della barbarie. 
La seconda condizione di successo sono fiducioso che sarà ugualmente soddisfatta: abbiamo voluto riunire attori non governativi perché le loro decisioni saranno ugualmente importanti come quelle dei governi. Nei prossimi giorni saranno lanciate importanti azioni molto promettenti per la lotta contro i cambiamenti climatici. 
La terza condizione di successo è la più difficile: in 11 giorni dovremo giungere a un accordo che dovrà essere differenziato, durevole, dinamico, vincolante giuridicamente. Non bisognerà perdere tempo in dibattiti procedurali. Diversi segni sono molto incoraggianti: prima di tutto lo è la presa di coscienza che è necessario giungere a un accordo. 
Un accordo climatico universale non è un accordo che i Paesi sviluppati imporranno a quelli in via di sviluppo, perché sarà nell'interesse di tutti. 
Ovviamente non tutto potrà essere risolto a Parigi, ma non si potrà risolvere niente senza Parigi: la Cop21 deve essere un punto di svolta"
11:41 - Sì è appena concluso l'intervento del Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, per molti tratti simile a quello di Hollande, anche se in questo caso ha specificato che l'obiettivo è mantenere l'aumento del riscaldamento globale intorno a 1,5° C, poi anch'egli ha insistito sull'importanza di aiutare i Paesi ancora in via di sviluppo. Ban Ki-moon ha salutato tutti dicendo:
"Avete la responsabilità morale e politica per questo mondo e per le future generazioni. Conto sulla vostra forte leadership e impegno per rendere il mondo migliore per tutti"
11:30 - François Hollande ha appena terminato il suo discorso durato esattamente un quarto d'ora. Il presidente francese ha esordito dicendo:
"È un giorno storico che viviamo. La Francia accoglie 150 capi di Stato e di governo e migliaia di deleganti provenienti da tutti i contenenti. Mai la posta in gioco di una riunione internazionale era stata così importante, perché si tratta del futuro del pianeta"
Dopo aver espresso, a nome di tutti i francesi, riconoscenza per le manifestazioni di solidarietà ricevute da tutto il mondo dopo i tragici fatti del 13 novembre, Hollande ha fatto un parallelismo tra la lotta al terrorismo e la lotta all'inquinamento ambientale, poi ha ricordato che il 2015 è stato l'anno dei record, purtroppo in negativo, dal punto di vista dell'ambiente, tra siccità, cicloni e altri fenomeni naturali, poi ha aggiunto:
"Non si può accettare che siano i popoli più poveri, quelli meno responsabili delle immissioni di CO2 nell'ambiente, a pagare le conseguenze più gravi. Mi esprimo a nome della giustizia climatica, perché è in nome di essa che dobbiamo agire"
Hollande ha poi illustrato tre condizioni fondamentali da rispettare affinché l'accordo che si raggiungerà possa essere considerato un successo:
"1) Dobbiamo definire una traiettoria credibile che permetta di contenere l'aumento del riscaldamento globale sotto i 2° C
2) Dobbiamo apportare una risposta solidale alla sfida climatica. Nessuno Stato potrà sottrarsi ai propri impegni, anche se ci sarà un meccanismo di differenziazione. Nessuno Stato potrà essere lasciato solo
3) Tutte le nostre società, nella loro grande diversità, devono potersi mettere in movimento, tutti gli amministratori e anche le personalità religiose"
Hollande ha poi detto che l'accordo dovrà essere universale, differenziato e vincolante. Tra gli obiettivi ci sarà anche quello di rendere l'elettricità accessibile a tutti, in particolare ai popoli africani, infine ha detto:
"Per risolvere la crisi climatica i buoni sentimenti non basteranno: siamo a un punto di rottura, Parigi deve essere il punto di partenza di un cambiamento profondo. Dobbiamo passare da un modello di concorrenza a uno di collaborazione, pensare al mondo come uno spazio unico"
11:00 - La conferenza sul clima si è ufficialmente aperta. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius è stato il primo a intervenire dicendo che questa conferenza ha l'"obbligo di successo" perché la posta in gioco è troppo importante "per potersi accontentare di un accordo al ribasso". Poi ha aggiunto:
"L'11 dicembre il mondo si aspetta da noi quattro parole: la missione è compiuta"
La data indicata da Fabius è ovviamente quella della chiusura della conferenza. Il ministro ha poi specificato che l'accordo per limitare il riscaldamento globale non è scontato "ma è alla nostra portata".
Tra poco si aprirà la sessione di inaugurazione ed è atteso un discorso da parte di François Hollande.
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8:45 - Il Presidente della Francia François Hollande, il Segretario generale dell'OnuBan Ki-moon e il ministro dell'Ambiente francese Ségolène Royal sono arrivati a Le Bourget dove stanno dando il benvenuto a 150 leader provenienti da tutto il mondo per partecipare alla XXI Conferenza Onu sul clima e all'XI riunione delle Parti del Protocolli di Kyoto. 
L'inizio ufficiale è fissato alle ore 11, quando ci sarà un minuto di silenzio per commemorare le vittime degli attentati di Parigi del 13 novembre scorso. 
Il programma di oggi prevede le foto di gruppo, gli interventi dei leader e poi le discussioni dei gruppi di lavoro.
8:30 - Fonti della Prefettura hanno specificato che le persone identificate per gli scontri di ieri in Place de la République sono 341 e successivamente ne sono state fermate altre 317
Lunedì 30 aprile 2015 - Questa mattina comincia la conferenza sul clima a Parigi, i principali capi di Stato sono arrivati nella capitale francese, ma intanto a fare notizia sono gli arresti per gli scontri di ieri a Place de la République, provocati dai manifestanti Anti-Cop21. Secondo quanto riferisce la rete BFM Tv, il numero delle persone fermate è salito a 289 e per 174 di loro è stato convalidato l'arresto. In totale i manifestanti erano circa 2.500 e tra di loro c'era un gruppetto di violenti che ha composto un corteo non autorizzato e alcuni, con il volto coperto, hanno tentato di aggredire i poliziotti lanciando loro contro anche omaggi lasciati per le vittime degli attentati del 13 novembre.

Cop 21: scontri alla vigilia


Domenica 29 novembre 2015 
L'obiettivo della conferenza sul clima di Parigi è tanto chiaro quanto difficile da raggiungere: ridurre le emissioni del 70% (rispetto al 2010) entro il 2050 e riuscire così nell'impresa di contenere il riscaldamento globale a 2 entro il 2100. Per riuscirsi, però, servono nuovi accordi; perché, se rimanessimo agli impegni già annunciati dagli Stati, il riscaldamento entro fine secolo raggiungerà i 2,7°, con le conseguenze disastrose che sono state più volte annunciate.
Con questi obiettivi si incontreranno, in una Parigi blindata, 147 tra capi di Stato e di governo; che discuteranno sul da farsi da domani 30 novembre fino all'11 dicembre. La speranza è che dal vertice escano impegni e misure concrete, e non i soliti vaghi annunci che non portano mai a nulla, mentre l'emergenza si fa sempre più concreta.
Le premesse ci sono, visto che al tavolo si riuniranno i leader dei paesi più potenti e più inquinanti del mondo: Barack Obama, Vladimir Putin, Xi Jinping, Angela Merkel, Narendra Modi (India), Dilma Rousseff (Brasile). A seguire i lavori ci saranno 10mila delegati e 30mila tra scienziati, giornalisti, osservatori.
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Ingenti le misure prese anche sotto il fronte della sicurezza: 2.500 poliziotti a Parigi e 8mila agenti in più per controllare le frontiere. D'altra parte si tratta di un evento davvero globale, a cui parteciperanno 179 paesi, che rappresentano il 95% della popolazione e il 94% delle emissioni.
Nonostante le tante delusioni del passato, a Parigi - dove oggi è andata in scena una marcia di protesta silenziosa - le ong si dicono ottimiste: "Un accordo globale ci sarà, sarà tutta una questione di dettagli, ma può essere un punto di svolta", spiega Genevieve Pons, direttore dell'ufficio Ue del Wwf.
Un ottimismo che può essere rovinato, però, dalle posizioni di alcuni paesi altamente inquinanti e restii a cambiare radicalmente il loro modello, per non pregiudicare lo sviluppo economico. Tra questi, un ruolo di protagonista l'ha l'India, il cui primo ministro Nodi dovrebbe lanciare proprio a Parigi la sua proposta per un'allenza "solare" (nel senso di energia solare) tra 100 paesi della fascia tropicale.
Nel frattempo, alla vigilia del vertice, è andata in scena la marcia globale per il clima, che ha avuto il suo centro proprio a Parigi. Una marcia vietata dalla polizia, visto lo stato d'emergenza in cui si trova tutto lo stato, ma a cui i parigini non hanno voluto rinunciare, dando vita a quella che avrebbe dovuto essere una marcia silenziosa, una protesta fatta allineando sul terreno di place de La Republique le scarpe di chi avrebbe voluto partecipare.
E poi si è dato vita a una lunga catena umana per denunciare "lo stato d'emergenza climatico". Tutto liscio, finché non sono intervenuti i black block, a quel punto sono state inevitabili cariche, lancio di oggetti e lacrimogeni. Il presidente francese, lanciando il vertice Europa-Turchia, ha definito questi scontri "scandalosi": "È vergognoso che la protesta sia avvenuta proprio dove c'erano candele, fiori e altri ricordi".

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