martedì 29 dicembre 2015

la soluzione non è la guerra

La guerra non è mai una soluzione

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PARIS
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La mediocrità della gente non ha più limiti. Siamo veramente sempre più banali e privi di valori comuni. Il mio non è uno sfogo o un attacco di pessimismo, ma è una reazione ad una conversazione ascoltata per caso durante una lunga fila in banca questa mattina. Due signore di mezza età mi precedevano nella fila, tutte e due false bionde, con grandi borse di tendenza, avvolte in sciarponi griffati. Le due parlavano del terrorismo e tra una ovvietà e l'altra, una ha cominciato a dire che le guerre ci vogliono. Sì, incredibile ma vero, la signora più alta, con voce perentoria, sosteneva che se vogliamo far ripartire il mondo del lavoro, deve venire o un terremoto o una guerra, perché altrimenti non ci sono più spazi per i giovani. Le sue parole sono state esattamente queste: "Se non distruggiamo qualcosa, non c'è più niente da costruire". La sua amica le dava ragione ed in meno di cinque minuti si sono uniti al coro delle due, altre quattro persone.
A me è sembrato di vivere un momento di follia, che sta succedendo? Ho pensato. Forse frequento gente diversa, troppo lontana dalla base? O forse ho beccato proprio le uniche sceme del quartiere? Non lo so, ma io continuo ad avere il disgusto per la guerra e a trovarla una soluzione inaccettabile, inadeguata e disastrosa. Sono, infatti, sconvolta dall'idea, ad esempio, che Salvini, uomo che non disdegnerebbe l'uso della violenza, è oggi, nel nostro Paese, al 20% nei sondaggi di gradimento. Questo dato per dire, che forse non sono solo le due signore false bionde quelle convinte che la guerra è un'opportunità. Ma la gente si rende conto o ha dimenticato che significa entrare in un conflitto bellico?
Quando qualche giorno fa ho visto le ultime immagini dell'Isis, con la pistola puntata contro il Colosseo e la bandiera nera su questo, mi sono sentita morire. No, non è possibile, Roma, anche se non ce la meritiamo, è un patrimonio storico - culturale che, se solo scalfito, significherebbe una sconfitta mondiale. Questi uomini del terrore combattono l'occidente con nuove e terribili armi, basta vedere cosa hanno fatto dei reperti archeologici, delle chiese e dei musei nel medio oriente, anni di storia cancellati a colpi di piccone...
La morte di tanta gente è un dramma che colpisce le nostre anime, i nostri sentimenti, lo ricorda Papa Francesco e tutti i leader europei, eppure, lì in una banca della periferia romana ci sono due false bionde che vogliono "costruire sulla distruzione". Signori attenzione, qui non si scherza, la guerra non è mai una soluzione, e il gioco dei partiti deve contenere questa certezza. Non si può, per avere consenso, semplificare o ridurre le azioni di guerra a strumenti per cacciare uomini e donne straniere dalle nostre terre o per far credere che l'economia potrebbe risollevarsi a seguito di un conflitto. Facciamo uno sforzo di memoria e siamo responsabili verso tutti quelli che hanno creduto nella pace e che per questo sono morti. Le nuove generazioni, per quanto "scialle" non meritano di essere vittime dei poteri politici che si nascondono dietro le maschere dell'Isis. Attenzione a non preoccuparsi o a sminuire i segni dei contrasti europei, perché quello che ci sembra lontano è dietro la nostra porta di casa.

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