giovedì 31 marzo 2016

le nostre ragioni per il si


Qual è la vera posta in palio con questo referendum?
Il referendum del 17 aprile ha un cruciale significato politico: siamo
chiamati a dire se vogliamo continuare una politica energetica legata al
passato o se vogliamo che l’Italia s’incammini senza incertezze lungo la
strada della transizione energetica alle fonti e tecnologie rinnovabili.
È una questione su cui si gioca il futuro economico, ambientale e
occupazionale dell’Italia, perché l’energia è il motore di tutto.


Limitando l’industria estrattiva in Italia, ci saranno impatti negativi
sull’occupazione?

La maggior parte degli italiani addetti al settore estrattivo lavorano
all’estero. Considerando il quadro qui descritto, l’eventuale effetto
sull’occupazione in Italia sarebbe ridotto e diluito nel tempo. Occorre
poi sottolineare che il numero di posti di lavoro creati dalla filiera
rinnovabile, che è il futuro, è almeno quatto volte superiore a quello
dell’industria degli idrocarburi, che è il passato. Quest'ultima è per
sua natura a bassa intensità di lavoro.
In questi ultimi 3-4 anni sono state perse decine di migliaia di posti
di lavoro, a causa delle politiche miopi e vessatorie che hanno tagliato
le gambe all’ascesa delle rinnovabili per favorire, ancora una volta, i
combustibili fossili. Si tratta per lo più di aziende piccole e
piccolissime che spesso non hanno voce, ma è stata una vera e propria
ecatombe.

È possibile far funzionare la civiltà moderna solo a energia rinnovabile?
Non solo è possibile, ma è anche un’opzione senza alternative. I
combustibili fossili inquinano e compromettono il clima. L’unica
possibilità di sopravvivenza per la nostra civiltà è passare nel più
breve tempo possibile all’uso dell’unica fonte energetica illimitata di
cui disponiamo, il Sole. Senza però dimenticare che solo utilizzando in
modo oculato le (limitate) risorse naturali a nostra disposizione
(metalli, acqua dolce, biomasse, ecc.) saremo in grado di fabbricare i
convertitori e gli accumulatori di energia solare che ci servono.
Sarà una sfida molto complessa, ma non impossibile.


IL 17 APRILE VOTA SI

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