mercoledì 27 aprile 2016

una barca nel bosco

Una barca nel bosco

by Riccardo
Un quartiere in movimento che cambia la geografia del territorio e una scuola lontana dalla vita di ogni giorno, che spesso fa sentire i ragazzi disorientati, a volte perfino fuori posto come fossero imbarcazioni tra gli alberi. Con questo articolo, Francesca, studentessa del Liceo Ginnasio Orazio di Roma, ha vinto il concorso "Lezione di Geografia"
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di Francesca Palaia
Siamo nella periferia nord-est di Roma nei pressi di un istituto tecnico commerciale nel quartiere Tufellouna zona che nell’arco degli ultimi decenni ha subito radicali e complessi cambiamenti passando da zona esclusivamente popolare a quartiere semi-residenziale. Questo cambiamento ha inciso sulla geografia del territorio e sulla relazione tra la scuola, la società e il territorio stesso.
Agli inizi degli anni ’70 l’istituto tecnico commerciale Carlo Matteucci rappresentava il vero confine del quartiere, oltre il quale vi erano poche case e tanta campagna. La costruzione di enormi edifici popolari ha abitato il quartiere rendendolo uno dei più popolati di Roma, ma allo stesso tempo insicuro e in balia della malavita organizzata. Gli studenti del tempo sono pertanto cresciuti in un ambiente difficile ma che li ha sicuramente resi autonomi e maturi in fretta, con ideali, anche politici, già chiari.
Le rivolte studentesche del ’68 erano recentissime e a Roma gli istituti si dividevano, in base al quartiere, tra destra e sinistra. La scuola era il punto di riferimento per chi non viveva la strada e aveva voglia di apprendere la giusta direzione per migliorare la propria vita. Il diploma rappresentava un punto di arrivo e la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro con le idee per lo più chiare. Si era al timone della propria vita in un mare difficile ma con una rotta in testa. Sui banchi non c’erano di certo gli ultimi modelli di telefono, i libri erano riposti in una borsa di tolfa o di tela e di marche se ne vedevano davvero poche.
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Gli anni ’80 sono stati l’inizio del cambiamentoil maggior benessere ha modificato il territorio e di conseguenza i ragazzi che hanno iniziato a rincorrere miti o falsi miti propagandati dai mass-media. Un ragazzo di allora, oggi quarantacinquenne, che ha vissuto in prima persona l’esperienza nella scuola C.Matteucci, racconta come la campagna oltre l’edificio scolastico sia stata a poco a poco soppiantata da case e infrastrutture, e come gli “abitanti” della scuola iniziassero a cambiare, perché erano i primi figli del benessere. Sui banchi ancora non c’erano i telefonini, ma molte meno tolfe, sostituite dagli zaini invicta sulle spalle di qualche Moncler indossato da uno studente con i jeans con il risvolto tenuti da un cinta di El Charro e le Timberland ai piedi. Il racconto però prosegue evidenziando come il figlio del benessere era “uguale” a chi aveva ancora i libri nella tolfa, l’amicizia non era assolutamente accomunata dalle marche, ma bensì dalla voglia di stare insieme e di vivere in un quartiere difficile, ma che stava regalando nuove opportunità.
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Oggi oltre il Matteucci c’è almeno un altro quartiere, un enorme centro commerciale, la società è in piena crisi economica, ma gli studenti sembrano essere tutti figli del benessere. Sui banchi di scuola troviamo gli ultimi modelli di cellulare, i libri sono dentro borse marcate e l’abbigliamento segue esclusivamente le firme della moda che sembra ripetere quella di un tempo. Il quartiere è molto più tranquillo, ma i ragazzi non vedono più la scuola come un punto di riferimento, ma solo come un obbligo, gli ideali sono meno chiari, offuscati dalla esasperata rincorsa al consumo.
L’avvento di internet ha cambiato il mondo e di conseguenza le persone e il rapporto di queste con la societài giovani di oggi hanno a portata di mano mezzi straordinari, che avrebbero potuto e dovuto utilizzare in modo diverso e non solo per ragioni ludiche.Non riescono più a gestire la noia, l’avere tutto li ha allontanati dalla società e di conseguenza dal territorio e dai rapporti interpersonali. L’amicizia è l’espressione dei contatti nei social network, ci sono tanti amici virtuali di facebook o di twitter, ma pochi con cui stringere una mano e delle relazioni umane, che sembrano essersi disperse nella rete.
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La scuola che ha un compito fondamentale nella formazione dei giovani, deve pertanto seguire ed adeguarsi ai cambiamenti avvenuti nel mondo, per far sì che i mutamenti portino a migliorare le coscienze e non a sopirle. L’istituzione scuola deve essere un punto di aggregazione, il fulcro del quartiere per gli studenti, in modo da influenzare positivamente il territorio e i suo abitanti. Dobbiamo arrivare ad una concezione di scuola che sia protagonista nella giornata di uno studente, non come obbligo, ma come formazione culturale e mentale, sfruttando anche i mezzi che la tecnologia ci garantisce per fare in modo che lo studente non si senta sperduto come “Una Barca nel Bosco” ,  con quella sensazione così amara di essere nel posto sbagliato e in un momento inopportuno.

Francesca Palaia-Liceo Orazio sede di Via Savinio – Classe 1 L

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