giovedì 30 giugno 2016

cannabis assolta


Il dottor Cannabis è stato assolto

by JLC
Il medico Fabrizio Cinquini è stato giudicato innocente. La detenzione delle 24 piante di cannabis utilizzate per scopo terapeutico non possono costituire reato. Cinquini si augura che la sentenza possa servire anche ad altri
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Assolto. Finisce la persecuzione giudiziaria per Fabrizio Cinquini, il medico versiliese noto simbolo della battaglia per la libertà di ricerca sulla cannabis terapeuticaIl tribunale di Lucca lo ha assolto dall’accusa di coltivazione ai fini di spaccio, in seguito al ritrovamento di ventiquattro piante di cannabis la scorsa estate non lontano dalla sua abitazione. Gli avvocati Carlo Alberto Zaina, e Stefano Franchi, attraverso la perizia hanno dimostrato che sedici piante contenevano percentuali di Thc estremamente basse sostenendo che non si potesse parlare di offensività della condotta. “Rimanevano otto piante che presentavano una percentuale del 5 per cento per un Thc pari a gr. 19” scrive l’avvocato Zaina. “Credo sia evidente che il giudice abbia accolto la tesi che un simile quantitativo, se mai Cinquini avesse inteso teoricamente porlo sul mercato, per il suo modico peso non potesse accrescere affatto sensibilmente l’offerta illecita”.
Grande soddisfazione e serenità per Fabrizio Cinquini che abbiamo contattato nella sua casa di Forte dei Marmi. “Sono contento e anche un po’ sorpreso. Spero che questa sentenza serva per dare coraggio a tante persone che hanno necessità di utilizzare la canapa per motivi terapeutici e che vivono nel terrore della persecuzione”.
Tra quarantacinque giorni comunque arriveranno le motivazioni scritte del tribunale. Il dottor Fabrizio Cinquini (intervistato nel numero di giugno di Terra Nuova) con la presentazione del suo libro Dottor Cannabis, il 5 luglio dello scorso anno era stato trovato dai carabinieri, probabilmente avvertiti da qualche vicino, mentre era intento a curare le piante contravvenendo l’obbligo di dimora al quale era sottoposto. Una coltivazione che il medico aveva sempre rivendicato e non effettuato di nascosto, al punto da ospitare alcune troupe televisive, in un terreno contornato di abitazioni.
Molti in Italia conoscono Cinquini come il medico pro cannabis, che con ostinazione e coraggio ha portato avanti la sua ricerca e attività di selezione di questa pianta per finalità terapeutiche e si è più volte autodenunciato come libero coltivatore alle forze dell'ordine. Chi lo conosce un po' meglio sa che la sua è una battaglia per la libertà, rivolta soprattutto contro la stupidità e l'arroganza, prima ancora che contro le grandi lobby farmaceutiche. Al di là delle sue competenze in ambito neurochirurgico e farmacologico, Cinquini sfugge alle catalogazioni, vuoi per le conoscenze acquisite in materia di ipnosi, fisica quantistica, genetica o arti marziali.
Per dirla tutta appellativo di dottor Cannabis gli va un po' stretto. “Se dovessimo valutare il rimedio che più spesso ho prescritto ai miei pazienti” racconta con ironia “il soprannome più corretto dovrebbe essere scelto tra dottor Allium, dottor Citrum, dottor Ginko Biloba, dottor Ginseng, dottor Water, dottor Aloe, dottor Yoga”.
Ma inevitabilmente quanto si parla di Fabrizio Cinquini si parla della cannabis, omarijuana che dir si voglia, che come dimostra la letteratura scientifica ha un campo di applicazione terapeutica molto vasto. E viene sempre da pensare che tutto questoaccanimento proibizionista nei confronti di un vegetale sia imputabile proprio alla sua versatilità, che insidia gli interessi dell'industria petrolchimica. “Non abbiamo ancora scoperto tutto sul sistema cannabinoide” chiosa Cinquini nel capitolo finale del suo libro “ma quel poco che sappiamo, ci obbliga a restituire a questa sacra pianta, il rispetto, che pochi malfattori, per i loro biechi interessi, le hanno tolto” .
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Vedi il numero di giugno di Terra Nuova con l'intervista a Fabrizio Cinquini

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