mercoledì 29 giugno 2016

forno in comune

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Abbiamo messo il forno in comune

by Riccardo
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di  Verobiologico
Autoproduzione, sostenibilità ambientale, scambio, condivisione, risparmio: queste sono le principali parole d’ordine del forno comunitario. Il forno comune nasce dalla necessità di riappropriarsi dei saperi delle nostre nonne e che erano alla base della nostra alimentazione. Un tempo, prima che in ogni casa ci fosse una cucina elettrica, si cuoceva il pane nel forno di quartiere e si trattava di un momento di socialità, l’incontro e l’attesa favoriva lo scambio tra le persone che qui avevano un punto di riferimento. Oggi purtroppo abbiamo quasi completamente perso queste tradizioni e delegato alla grande distribuzione il compito di produzione degli alimenti primari come il pane.
Non solo abbiamo perso il controllo sulla qualità del cibo ma abbiamo anche dimenticato il piacere della sua preparazione, la capacità di aggregare le persone e di portarle alla condivisione. Il pane rappresenta un legame indissolubile con la terra. Nel forno a legna comunitario ognuno può portare il pane preparato in casa da cuocere insieme e nello stesso tempo tessere relazioni: è un luogo dove scambiare farine e lieviti ma anche consigli e piccole astuzie.
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Il forno comune può essere ancora oggi un luogo d’incontro e scambio di conoscenze, dove fare con le proprie mani ciò che altrimenti dovremmo acquistare o dove fare in compagnia ciò che altrimenti dovremmo fare soli, in sostanza un luogo dove cuocere il pane ma nello stesso tempo tessere relazioni preziose. Diventa un’occasione per autoprodursi il proprio pane con prodotti che sostengono un’agricoltura sostenibile e costruire legami solidali tra mondo rurale e urbano.
In una semplice fetta di pane si possono tracciare complessi processi di produzione, distribuzione e consumo, dal cereale al mulino, dalla farina al forno. Tra le briciole del pane industriale si può trovare un processo di produzione che si basa sulla massimizzazione del rendimento a totale svantaggio della qualità del prodotto finito. Pensiamo invece che la produzione innanzitutto possa diventare un sistema di relazioni tra una comunità e l’ambiente; da una parte la qualità nel pane sta nella qualità del rapporto tra chi semina il grano e chi lo macina in farina, tra chi impasta il pane e chi in fine con esso si alimenta, dall’altra parte la qualità del pane sta nella qualità degli ingredienti e dalla connessione con l’ambiente lungo tutto questo percorso produttivo.
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Il forno comune è un invito alla partecipazione: diventa un’esperienza a 360° che si trasforma con il contributo delle persone che vogliono prenderne parte. Ognuno porta il proprio impasto preparato a casa per cuocerlo insieme nel forno e, per chi preferisce, è possibile incontrarsi prima per impastare e scambiare farine, lieviti e competenze nel frattempo che si prepara il pane assieme. Dal recupero della legna all’accensione del forno, dalla ricerca di materie prime alla costruzione di spazi e strumenti necessari per la panificazione, la speranza è che possa innescare un processo di condivisione per la comunità e che si trasformi in piccola esperienza verso il cambiamento e la sostenibilità oltre al recupero del senso di comunità.
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L’utilizzo dei forni è prevalentemente di tipo occasionale, in concomitanza di sagre locali ed per la valorizzazione di antichi saperi ma può essere accompagnato ad attività di formazione e di conoscenza della panificazione e ad attività di promozione del territorio.
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Ecco dove si trovano in Italia:
ROMA
  • Forno popolare casetta rossa: forno di quartiere alla Garbatella, in via magnaghi 14, è stato autocostruito dalla comunità locale.
  • Forno collettivo degli ortisti: luogo di incontro che nasce grazie all’associazione Terra!
Lombardia
  • Cascina Croce (Mi): Oggi, dopo il restauro, gli esperti panificatori lo utilizzano durante la Festa del Pane e in occasione della Festa di Cascina Croce. Durante le feste, gli alunni delle scuole hanno l’irripetibile opportunità di ammirare l’arte della panificazione.
  • Cascina S.Alberto – Rozzano (Mi): forno agricolo alimentato a pellet, progetto di Davide Longoni, dove si produce il pane a filiera cortissima. Non è un vero e proprio forno comune ma è un bel progetto di recupero della tradizione di panificazione con farina di grani antichi locali.
Val D’Aosta
  • Saint-Denis: sono numerosi i forni dislocati nelle diverse frazioni, restaurati dall’amministrazione comunale e di nuovo utilizzati. La Sagra del Forno, che si svolge abitualmente a fine dicembre in località Plau, rappresenta la migliore occasione per conoscere questa secolare tradizione da parte di turisti sensibili alla ecosostenibilità.
Piemonte
  • Villadossola – frazione di Tappia (Vb): Il forno è risalente al 1871, conservato sotto chiave, viene aperto al pubblico solo in determinate occasioni, come a Montecretese dove è utilizzato per feste locali.
  • La Ruà, Ostana – Borgata Bernardi (Cn): Oggi il forno è funzionante e viene utilizzato dalla popolazione in occasione di feste, in primis quella del pane, nel mese di agosto.
  • Tetto Caresmin (Cn) e Monte Alpet (Cn): i forni sono stati recuperati e sono perfettamente funzionanti.
  • Genola (Cn): Il forno si utilizza a maggio per la Sagra delle Quaquare.
  • Oulx – Borgata Savoulx, Val Susa (To): Il forno di Signols (L’Fur du Sinhòu) viene ancora utilizzato per cuocere il pane di segale e le tradizionali torte di mele.
Liguria
  • Forno antico dentro la Tabacca a Genova: casa rurale genovese recuperata dall’associazione Terra!
  • Sestri Ponente (Ge): forno collettivo in terra cruda a uso della comunità di Sestri Ponente.
Abruzzo
  • Pescomaggiore (Aq): risistemato grazie ai fondi Caritas, oggi è utilizzato per la Festa del Pane, in modo che il pane possa essere distribuito a tutte le famiglie del paese. Si tratta di un momento di socializzazione arricchito da eventi culturali. Si prevede, inoltre, che il forno possa poi entrare in sinergia con il mulino di San Gregorio, distrutto dal terremoto.
Toscana
  • Colle Val d’Elsa: qui esiste un forno comunitario presso la biosteria Sbarbacipolla.
Emilia-Romagna
  • Casa Bettola – Reggio Emilia: gestito da un centro sociale, è un bene comune per il quartiere e la città, una risorsa per panificare insieme, ma anche come punto d’incontro per tessere relazioni e scambiare conoscenze.
  • Il forno di Spartaco – Ravenna: progetto di costruzione di forno in terra cruda presso le Ex scuole materne di via Chiavica Romea a Ravenna. La costruzione sarà ultimata a fine estate 2016.
DA LEGGERE
Facciamo il pane insieme / Dossier di Comune
Autoprodurre, mangiare, fare insieme sono parte di quel recupero di iniziativa per la trasformazione della società che non si traduce più in richieste al mercato o allo Stato. Non sono solo i tre temi di un nuovo dossier, ma i contenuti di un vero laboratorio di idee, incontri e pratiche promosso da Comune

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