martedì 28 giugno 2016

la battaglia a Savona

SAVONA, GLI EREDI DI SCAJOLA NELLA CITTÀ DI PERTINI

di Marco Preve e Ferruccio Sansa
E così a Savona, la città di Sandro Pertini, ha vinto il centrodestra. E’ diventata maggioranza una coalizione che non è maggioranza nella cultura e nella storia della città, probabilmente anche nel sentire profondo dei cittadini.
Ma forse nemmeno il centrosinistra era più centrosinistra. Per questo prima di tutto è stato punito. A Savona, come a Torino. O magari perché il centrosinistra era soprattutto una cosa: il potere. A Savona, appunto, come a Torino.
E non è bastato metterci davanti una faccia non conosciuta. Un nome diverso. Perché gli elettori dietro al candidato che prometteva un addio al carbone e un addio al cemento, hanno visto quei volti che il carbone e il cemento l’hanno sostenuto per tanti anni. Non si può stare da una parte e insieme dall’altra. Non si può cercare di accontentare chi spera nel nuovo e chi si tiene aggrappato al vecchio. Si finisce, come è puntualmente successo, per scontentare tutti.
E’ la fine, forse, del centrosinistra burlandiano-paitiano di cui la candidatura Battaglia potrebbe essere stato l’ultimo colpo di coda.
Un cambiamento, certo, come lo è stato la vittoria di Toti. Ma paradossalmente, complice gli errori del M5S, verso destra. Verso gli eredi di Scajola. Un cambiamento che non dà sfogo alla speranza, ma premia chi ha sostenuto il carbone e il cemento. Chi ha messo i suoi uomini al timone delle banche liguri. Chi andava a braccetto con certi ambienti della curia.
Chissà dove andranno adesso quelle forze vive che a Savona si sono battute contro il degrado ambientale e politico. Speriamo che non si scoraggino, vedendo che nella loro città le forze che rappresentavano il passato hanno conquistato oltre il cinquanta per cento dei voti. E hanno portato due candidati al ballottaggio.

Per loro la battaglia, con la “b” minuscola, comincia adesso.

Nessun commento:

Posta un commento